Tentato omicidio Rimini, pensionato aggredisce vicina con coltello: "I fendenti potevano ucciderla"

Settantenne di San Giovanni fermato dai carabinieri dopo una lite con la moglie di suo nipote. È accusato di aver provato a colpirla alla pancia e alla gola. Lui si difende: "Volevo solo allontanarla"

Tentato omicidio a Rimini, il 70enne è stato fermato dai carabinieri della compagnia di Riccione

Tentato omicidio a Rimini, il 70enne è stato fermato dai carabinieri della compagnia di Riccione

Rimini, 28 marzo 2023 – Una convivenza difficile, vecchie ruggini per questioni di vicinato. Sarebbero questi i motivi alla base della presunta aggressione compiuta venerdì mattina da un 70enne residente a San Giovanni in Marignano che, armato di coltello da cucina, si sarebbe scagliato contro la moglie di suo nipote. Un’aggressione per cui l’uomo è stato fermato dai carabinieri della compagnia di Riccione venerdì scorso con l’accusa di tentato omicidio e stalking. Fermo che ieri è stato poi convalidato dal gip Raffaella Ceccarelli, la quale per il 70enne ha disposto la custodia cautelare in carcere, dove l’uomo già si trovava a seguito del fermo.

Questo è l’esito di una convivenza difficile, appunto, culminata in una presunta aggressione ritenuta potenzialmente fatale per la vittima dagli investigatori e nata a seguito di una lite iniziata intorno alle 10.30 di venerdì nella casa di San Giovanni in cui entrambi abitano, a due piani differenti, perché alla presunta vittima nella notte era stata rubata l’auto, un Fiat Doblò. Un furto di cui, stando alla difesa dell’uomo affidata all’avvocato Cinzia Bonfantini, la donna avrebbe incolpato indirettamente il 70enne, reo di avere tenuto in casa per la notte i cani da guardia, lasciando così di fatto via libera ai ladri. Un diverbio sempre più acceso quello generatosi, che avrebbe portato il 70enne a recuperare un coltello da cucina dalla propria auto, per poi tornare sul luogo della discussione con l’arma in mano e sferrare a questo punto alcuni colpi verso parti vitali del corpo della donna quali pancia e gola, ma senza riuscire nel presunto intento di ferirla a morte, con la vittima che avrebbe deviato i fendenti anche grazie all’aiuto fortuito della cintura della propria borsa, dove infine la lama è rimasta incastrata.

È stato al termine dell’aggressione quindi, stando alle ricostruzioni dei carabinieri, che il 70enne avrebbe lasciato l’abitazione, per poi essere rintracciato alla stazione ferroviaria di Cattolica. Un luogo, la stazione, ritenuto dagli investigatori di supporto alla tesi di una probabile fuga dell’uomo, sebbene ieri, nel corso dell’udienza di convalida, il 70enne abbia piuttosto riferito di essersi recato in stazione per togliersi la vita, esasperato da quella convivenza difficile che lo avrebbe portato non tanto ad aggredire con fendenti la donna, bensì a sbracciare con il coltello alla mano per allontanarla da sé, confermando il cattivo sangue che intercorreva tra lui e la presunta vittima. In passato infatti al 70enne sono anche contestati diversi episodi persecutori, di presunte reiterate minacce e molestie nei confronti della donna e dei propri familiari, tutti residenti nella stessa casa. Il 70enne infatti è anche accusato di essersi più volte appostato nel cortile comune per controllare i movimenti della vittima, seguire quotidianamente la figlia minore di lei, facendo pressioni intimidatorie per convincerle a ritirare una denuncia di violenza sessuale sporta a suo carico nel maggio scorso.