
L’associazione blocca i 50mila euro donati a Masini e ai 4 accoltellati da Sitta. Il carabiniere sott’inchiesta vuole attendere prima la decisione del giudice.
Nicolò, Diego, Dario e Nadia dovranno attendere. Niente soldi, per ora, ai due ragazzi di 18 anni e alla coppia romana (lui 70, lei 69) accoltellati a Capodanno da Muhammad Sitta, il 23enne egiziano che quella sera seminò il terrore a Villa Verucchio e tentò di aggredire anche il carabiniere Luciano Masini, che per difendersi sparò con la pistola d’ordinanza uccidendolo. La colletta è stata congelata. Così ha deciso lunedì l’associazione ’ViVilla’ (formata da commercianti di Villa Verucchio) che a gennaio aveva lanciato la raccolta fondi per aiutare nelle spese legali Masini, indagato per eccesso di difesa, e i quattro feriti da Sitta. In due settimane erano arrivate donazioni per quasi 50mila euro: si era deciso di dare 5mila euro a Diego, altri 5mila a Nicolò, altrettanti alla coppia romana e il resto a Masini. Dopo mesi in attesa di capire come sarebbe finita l’indagine sul carabiniere, nei giorni scorsi la Procura ha chiesto l’archiviazione per lui. E per questo l’associazione aveva ritenuto fosse arrivata l’ora di consegnare i soldi ai feriti. Ma lunedì sera all’assemblea di ’ViVilla’, presenti anche Masini e il suo avvocato Tommaso Borghesi, si è concordato di fare un passo indietro e congelare tutto. "Abbiamo fatto presente – spiega l’avvocato Borghesi – che la vicenda per Masini non è ancora chiusa. La Procura ha chiesto l’archiviazione, ora attendiamo la decisione finale del giudice. Se non ci sarà opposizione, tra un mese finirà l’incubo per Masini. In caso di opposizione alla richiesta di archiviazione, si deciderà dopo l’estate". L’associazione ’ViVilla’ ha preferito fermate tutto, nonostante la consegna dei soldi ai ragazzi e alla coppia fosse uno dei punti all’ordine del giorno: "A questo punto aspetteremo la fine del procedimento".
Fin qui non hanno visto un euro della colletta né i feriti né lo stesso Masini. Che sta pagando di tasca sua l’avvocato, in attesa del rimborso dall’Arma. "Non siamo delusi per la mancata consegna delle donazioni – assicura Stefania, la madre di Diego – I delusi sono i tanti che hanno donato in quei giorni, che l’hanno fatto anche per aiutare mio figlio e gli altri feriti". D’altra parte, "le regole di Gofundme sono chiare sulle donazioni in questi casi". Per Stefania, "la questione principale ora non è la colletta, anche se mio figlio dovrà sottoporsi a cure costose per le ferite. La questione è scoprire chi era veramente Muhammad Sitta. Forse non era solo una persona malata, squilibrata, come ci era stato detto all’inizio. La direzione antiterrorismo sta indagando su Sitta e sulle persone vicine a lui".