"Torniamo a scavare per evitare alluvioni"

"Torniamo a scavare per evitare alluvioni"

"Torniamo a scavare per evitare alluvioni"

"Come tutti sono rimasto colpito e angosciato dalle notizie delle vittime e del disastro di questi giorni, causato dalle piogge torrenziali e dall’esondazione di tanti fiumi. Vorrei dare un mio contributo che forse potrebbe aiutare a migliorare la situazione in futuro". A fornire la sua ’ricetta’ è Giuseppe Masini, 86 anni, geometra in pensione, che abita a Mondaino. "Ho trascorso parte della mia vita lavorativa, negli anni ’60, come geometra al servizio della Asmara di San Giovanni in Marignano, azienda di escavazioni di ghiaia".

Qual è la sua personale proposta?

"E’ semplicemente quella di tornare a fare quello che facevamo in passato: scavare e rimuovere la ghiaia dai letti dei fiumi, da uno a tre metri in media, che aumentavano così la propria portata d’acqua, fondamentale in caso di maxi-piene come quelle attuali".

In quali fiumi avete scavato?

"Con la mia ditta all’epoca l’abbiamo fatto nel Conca, su incarico del Genio civile: avevamo la concessione nel tratto da Cattolica a Morciano".

Non sarete stati i soli...

"No. Altre ditte di escavazioni, che poi vendevano come noi ghiaia e sabbia per fare il calestruzzo ad aziende edili, l’hanno fatto nel Foglia, nel Metauro, anche nel Marecchia, all’epoca delle cave, ormai dismesse da tantissimi anni".

Ma la normativa è cambiata. E di cave ne sono rimaste pochissime.

"Certo. Ma alla luce degli eventi estremi sempre più gravi e frequenti, forse andrebbe riconsiderata l’intera materia. Almeno si consenta di rimuovere gli accumuli di fango. Non credo sia un caso se i fiumi della Romagna del sud, che ho citato, sono quelli che hanno tenuto meglio la piena, grazie ai letti che abbiamo scavato mezzo secolo fa".

Mario Gradara