"Totale inattività delle autorità giudiziarie" La Corte europea dei diritti umani condanna il Titano

"La totale inattività delle autorità giudiziarie ha portato di fatto alla prescrizione dell’azione penale". Questa la motivazione che ha spinto la Corte europea dei diritti umani (Cedu) a condannare la Repubblica di San Marino. La decisione prende le mosse da un ricorso presentato dall’avvocato Rossano Fabbri. Secondo quanto rilevato dalla Corte, le vittime non avrebbero potuto far valere i loro diritti nelle aule del tribunale a causa di ritardi accumulati durante la fase delle indagini, generando l’interruzione del procedimento penale contro terzi a causa dell’inerzia delle autorità competenti. La sentenza riguarda due storie distinte, in cui le vittime volevano costituirsi parti civili. La prima concerne una denuncia presentata da due cittadini sammarinesi contro un uomo per lesioni personali. La seconda riguarda invece un minore che avrebbe subito atti di bullismo durante una gita scolastica. "La Cedu osserva che non è in dubbio che le indagini penali, nei casi in questione, sono state interrotte a causa della totale inattività del giudice istruttore", si legge nella sentenza. "Ne consegue che il mancato esame delle richieste di costituzione di parte civile dei ricorrenti è dovuto a circostanze imputabili esclusivamente alle autorità giudiziarie, che hanno causato la prescrizione dell’azione penale", proseguono i giudici di Strasburgo. "Di conseguenza, ai ricorrenti è stata negata la possibilità di far valere le proprie pretese civili attraverso la via che avevano scelto di percorrere e che era stata messa a loro disposizione nell’ordinamento giuridico interno", evidenziano alla Corte di Strasburgo.