FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Tragedia sul Gran Sasso: ci sono degli indagati per la morte degli alpinisti

L’autorità giudiziaria di Teramo ora sta conducendo l’inchiesta contro noti. Ipotizzate responsabilità per la scomparsa di Luca Perazzini e Cristian Gualdi

Tragedia sul Gran Sasso: ci sono degli indagati per la morte degli alpinisti

Rimini, 19 giugno 2025 – Cambia tutto nell’ambito dell’inchiesta della procura di Teramo per fare piena luce sulla tragedia del Gran Sasso, quella in cui persero la vita a fine dicembre scorso gli amici alpinisti santarcangiolesi Luca Perazzini e Cristian Gualdi.

A cambiare, ancor più che la sostanza, in questo caso è la forma. Quella del fascicolo d’inchiesta che era stato aperto in Abruzzo inizialmente a carico di ignoti. Nei giorni scorsi infatti, l’inchiesta affidata ai carabinieri di Assergi ha portato a cambiare la forma del fascicolo, convertito in ’a carico di noti’.

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Tragedia sul Gran Sasso: le vittime Luca Perazzini e Cristian Gualdi

Una dicitura giudiziaria che la dice lunga sullo sviluppo degli accertamenti sulla macchina dei soccorsi messa in campo tra il 22 dicembre (giorno della scomparsa degli alpinisti) al 27 dicembre, quando i corpi di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, di 48 e 42 anni, riaffiorarono dalla neve depositatasi nel canalone della Valle dell’Inferno, dove i due si erano dispersi per la tormenta.

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Tragedia sul Gran Sasso: i soccorritori

Stando a quanto trapela dalle maglie della procura, che continua a operare nel massimo riserbo, al momento sarebbe una persona ad essere indagata, quantomeno come atto dovuto, per consentire all’indagato di potersi avvalere di tutte le tutele del caso. Non è ancora chiaro però il ruolo che l’indagato (o indagati) avrebbe avuto nell’ambito dei soccorsi attivati per ritrovare Luca e Cristian.

Infatti le indagini e accertamenti proseguono e non è escluso che dopo questo decisivo passo in avanti, l’inchiesta sulla tragedia del Gran Sasso possa anche allargarsi ancora prossimamente. Un’indagine, quella della procura di Teramo, incoraggiata da un esposto dei familiari di Luca Perazzini, a cui poi si sono aggiunti anche quelli di Gualdi, difesi dagli avvocati Luca Greco e Francesca Giovannetti.

Nelle fasi iniziali, gli accertamenti dei carabinieri si erano concentrati sull’ascolto di numerosi testimoni per verificare che tutti i livelli di soccorso fossero stati attivati in tempo per raggiungere gli alpinisti rimasti bloccati a 2.700 metri di quota. Nello specifico, le indagini hanno interessato il posizionamento della segnaletica in cui gli amici Luca e Cristian si erano imbattuti quel giorno scalando il Gran Sasso.

Forse i cartelli non sarebbero stati ben posizionati, portando così i santarcangiolesi verso il canalone in cui hanno perso la vita. Oggetto di indagine è stato anche l’adeguata comunicazione della chiusura di un rifugio che si trovava non lontano dal punto della caduta. Inoltre, l’inchiesta aveva già toccato il nodo legato al mancato utilizzo – e, stando a quanto emerso, anche alla mancata attivazione – dell’elicottero dell’Aeronautica militare attrezzato per compiere operazioni di soccorso e volare anche in condizioni estreme. Materiale che sta dunque facendo aumentare di volume, giorno dopo giorno, il faldone nelle mani della procura abruzzese, che ora ha appunto deciso di indagare con almeno una persona iscritta nel fascicolo.