Trasferiti altri profughi Negli hotel sono 200

Continuano gli spostamenti disposti dal ministero per ridurre il numero degli ucraini a Rimini

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Chi ha trovato una sistemazione da amici e parenti a Rimini. E chi, a denti stretti, ha accettato il trasferimento in altre strutture fuori regione disposto dal ministero dell’Interno. Proseguono le operazioni per portare via i rifugiati ucraini ospitati negli hotel. Alcuni hanno lasciato Rimini ieri, altri lo faranno a giorni. Altri ancora, dagli alberghi, sono stati trasferiti in strutture convenzionate presenti in provincia, come Villa Fusco a Misano. Qui è stata portata anche una donna incinta (è all’ottavo mese), che era ospitata all’hotel Margherita. Accanto ai trasferimenti forzati ci sono quelli spontanei. "Vista la decisione della Prefettura – conferma Giosuè Salomone di ’Riviera sicura’, associazione di cui fanno parte molti degli hotel che hanno accolto i profughi – ci stiamo dando da fare in prima persona per trovare ai rifugiati un alloggio temporaneo presso familiari e conoscenti". La maggior parte dei profughi si trova negli hotel Brenta e al Margherita. Tra loro, alcuni hanno rifiutato il trasferimento proposto dalla Prefettura e arruolato l’avvocato Vincenzo Arino per far valere la volontà di restare a Rimini. Arino ha inoltre annunciato un esposto contro la Prefettura per abuso di potere.

Intanto procede spedita la macchina della solidarietà. Domani il gruppo Mir - Rimini per l’Ucraina, istituito dal Comune con le varie realtà del volontariato, organizza una nuova colletta alimentare a favore degli ucraini. I volontari saranno fuori dai supermercati (dalle 8.30 in poi), dove raccoglieranno le donazioni. Servono cibo a lunga conservazione, articoli per l’igiene, farmaci. I prodotti saranno devoluti alle famiglie ucraine più bisognose. Continuano poi ad arrivare le donazioni. La Conad delle Befane ha regalato tanti scatoloni pieni di alimenti, prodotti per i bambini, salviette e tanto altro. A proposito di bambini: è partito l’altro ieri al Ceis il primo dei gruppi educativi gratuiti che il Comune, grazie a insegnanti in pensione e volontari, ha messo a disposizione dei profughi minorenni. Il progetto è stato molto apprezzato, tanto che anche l’università di Rimini metterà a disposizione dei gruppi educativi alcuni studenti che potranno così aiutare i bimbi ucraini.