Rimini, 5 ottobre 2024 – Era inevitabile finisse così. Narda Frisoni, dopo il ’caso Boccia’ che ha travolto Gennaro Sangiuliano e l’ha costretto alle dimissioni, non lavora più al ministero della cultura. La Frisoni, bellariese, 45 anni, era stata nominata dallo stesso Sangiuliano a capo della segreteria del ministro l’anno scorso: il suo incarico era iniziato nel febbraio del 2023.
Il nuovo ministro della cultura Alessandro Giuli, in carica del 6 settembre, in queste settimane ha fatto piazza pulita nello staff del ministero, mettendo alla porta diversi dei dirigenti e funzionari voluti da Sangiuliano.
A farne le spese anche Narda Frisoni, rimasta coinvolta suo malgrado nello scandalo che ha portato all’addio di Sangiuliano e alle indagini per peculato nei confronti dell’ex ministro. Stando ai documenti resi noti dalla stessa Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice campana che ha avuto una relazione con Sangiuliano e ha fatto scoppiare il caso dopo che era stata revocata la sua nomina a consigliera del ministero per i grandi eventi, è emerso come la Frisoni abbia avuto a che fare più volte con la Boccia.
In questi mesi le ha inviato diversi documenti. Tra questi, anche le mail sull’organizzazione del G7 della cultura a Pompei e una (datata 15 luglio) con biglietti aerei e carta d’imbarco per partecipare insieme all’allora ministro a un viaggio istituzionale.
Dopo la bufera su Sangiuliano e la nomina di Giuli a ministro, la Frisoni è stata una delle prime a pagare per la vicenda.
La 45enne bellariese, che ha cominciato la sua carriera lavorando per il Comune di Bellaria, era già stata tre anni fa la portavoce di un altro ministro, il leghista Massimo Garavaglia.
La Frisoni ha conosciuto Garavaglia negli anni in cui ha lavorato per la Regione Lombardia.
Nel 2023 la chiamata di Sangiuliano, che l’aveva nominata capo della segreteria del ministero. Ma il nuovo ministro Giuli, nel giro di un mese, ha rivoluzionato lo staff.