LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Maxi truffa dei bonus edilizi: assolto il commercialista Francioni

Rimini, il professionista era finito al centro dell’inchiesta’’Free Credit’, ma il giudice ha accolto la tesi difensiva

Il commercialista Stefano Francioni è stato prosciolto

Il commercialista Stefano Francioni è stato prosciolto

Rimini, 8 novembre 2023 – Prosciolto Stefano Francioni, il commercialista di 43 anni che nel gennaio del 2022 era stato ‘travolto’ dalla maxi inchiesta ‘Free credit’ della Guardia di Finanza su una truffa dal valore di 440 milioni legata ai bonus edilizi e alla cessione dei crediti di imposta. Difeso dagli avvocati Andrea Guidi e Mattia Lancini, il professionista riminese aveva scelto la strada del rito abbreviato e ieri pomeriggio il gup Adriana Cosenza lo ha assolto dall’accusa di associazione per delinquere, per non aver commesso il fatto, e dalle rimanenti ipotesi accusatorie, in quanto il fatto non costituisce reato.

E’ stata inoltre disposta la revoca dei sequestri, per un valore complessivo di un milione e 500mila euro, a carico del 43enne e della misura interdittiva che gli aveva impedito di esercitare la professione di commercialista.

Attraverso i suoi legali e la ricostruzione compiuta dal consulente tecnico Riccardo Casadei, Francioni ha sempre ribadito la propria innocenza, spiegando a più riprese di non essere stato a conoscenza della provenienza illecita dei crediti di imposta per il bonus locazioni. Quei crediti di imposta, ha sostenuto Francioni, erano stati da lui acquistati unicamente da una società, la Romana Edil Centro Srl, che all’epoca dei fatti era in bonis. "Mi sono sempre interfacciato con un’unica parte contrattuale che mai aveva destato sospetti": questa in sintesi la posizione portata avanti da Francioni, in antitesi rispetto a quella della Procura, convinta che il riminese fosse consapevole della falsità dei crediti.

Nel frattempo, il 13 giugno scorso a Milano si è aperto il processo a carico di sei dei principali imputati coinvolti nell’inchiesta ‘Free credit’, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, a seguito del ‘trasloco’ dei fascicoli dalla Procura di Rimini a quella del capoluogo lombardo per una questione di competenza territoriale. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli insieme ai militari del nucleo di polizia economico tributaria delle Fiamme Gialle del comando provinciale di Rimini, aveva permesso di scoprire un abile e sofisticato meccanismo che sfruttava alcune falle nel sistema di compravendita dei crediti di imposta (in particolare, quelli legati alle cessioni multiple) connessi a sisma bonus, bonus facciate e crediti di locazione.

Soldi destinati in verità alle aziende colpite dalla pandemia e costrette a chiudere i battenti. Lo schema si basava proprio sui diversi cambi di mano dei crediti di imposta emessi dall’Agenzia delle entrate e poi rivenduti a società compiacenti, con a capo dei prestanome, del presunto gruppo criminale, che provvedevano a ’ripulire’ il credito stesso in modo tale da rivenderlo al 50% del valore nominale ad altre aziende che potevano utilizzarlo per una riduzione delle tase oppure monetizzarlo attraverso le Poste italiane. Gli introiti della truffa, stando alla ricostruzione degli inquirenti, venivano in seguito investiti in attività come negozi o ristoranti, trasferiti su carte di credito ricaricabili o in conti correnti esteri oppure riconvertiti in lingotti d’oro e criptovalute.