
La casa che voleva prendere in affitto si è volatilizzata: vittima della truffa una mamma riccionese
Nuovo episodio di truffa della "casa fantasma". A farne le spese questa volta non è stato però un turista alla ricerca di alloggi a prezzo stracciato per una vacanza in Riviera, ma una madre di famiglia, che lavora come cameriera in un ristorante di Riccione. La donna, 43 anni, si era rivolta allo studio legale Caroli per formalizzare la querela, dopo essersi vista sottrarre una somma pari a 5.600 euro, cifra versata in contanti come cauzione per un contratto di affitto rivelatosi falso.
Tutto ha avuto inizio nel novembre 2024, quando la donna, in cerca di una nuova abitazione da affittare, si è imbattuta su Facebook in un annuncio di una sedicente agenzia riminese. Dopo essere stata inserita in un gruppo WhatsApp dedicato agli annunci immobiliari, la donna ha notato una proposta di affitto da parte di una persona – identificatasi solo con il nome – che offriva un immobile a Riccione. Dopo uno scambio di messaggi e la richiesta di referenze da parte dell’interlocutrice all’agenzia, le due donne si sono incontrate a metà gennaio per visionare l’alloggio.
All’appuntamento, svoltosi era presente anche un’anziana, che si è qualificata come inquilina uscente e ha confermato l’imminente disponibilità dell’immobile. Conclusa la visita, la vittima ha manifestato il proprio interesse, ricevendo contestualmente una copia del contratto di locazione e le chiavi dell’appartamento. Il contratto è stato successivamente presentato come regolarmente registrato e corredato da documentazione ufficiale. La cauzione pattuita, pari a 5.600 euro, è stata richiesta in contanti e consegnata a mano.
Tuttavia, nei giorni precedenti la data fissata per l’ingresso nell’abitazione, la donna ha iniziato a ricevere risposte evasive. La sedicente locatrice ha comunicato che l’immobile risultava ancora occupato e che era stato avviato un procedimento di sfratto. Una verifica legale ha però rivelato una lunga serie di incongruenze: dal contratto emergeva come conduttore un soggetto mai conosciuto dalla vittima, di cittadinanza straniera e privo di registrazione anagrafica in Italia.
Ulteriori indagini hanno messo in evidenza che la presunta locatrice non risulta proprietaria di alcun immobile e che l’appartamento oggetto del contratto non corrisponde esattamente all’indirizzo dichiarato, risultando censito al catasto in un altro comune. La situazione è precipitata quando la donna, cercando di ricontattare l’interlocutrice, non ha più ricevuto risposta. Secondo quanto riferito, sarebbero diversi i lavoratori stagionali, in particolare di origine extracomunitaria, ad aver subito lo stesso raggiro, con modalità simili. Di qui la decisione della 43enne, che per tutelarsi si è rivolta allo studio legale Caroli.