Truffa Inps Rimini, percepisce per 4 anni la pensione della suocera morta

Un 49enne è stato denunciato per truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato: cifra totale di 72mila euro

Inps (Foto Germogli)

Inps (Foto Germogli)

Rimini, 18 dicembre 2018 - I Finanzieri di Rimini, sotto la direzione del locale Comando Provinciale, hanno scoperto una truffa ai danni dell'Inps. Un 49enne italiano, residente a Rimini,  ha continuato ad incassare la pensione sociale e l’indennità di accompagnamento della suocera, di nazionalità argentina, per 4 anni, dal 20111 al 2016. Anche se la donna era deceduta nell'aprile 2011. Per la cifra complessiva di 72mila euro.

L'uomo è stato quindi denunciato dai militari del Comando Provinciale Guardia di finanza all’Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di reato di truffa aggravata ed indebita percezione di erogazioni pubbliche in danno dello Stato.

Il soggetto, invitato dai finanzieri a fornire informazioni sul conto della suocera convivente, già risultata più volte assente presso la residenza, dapprima aveva riferito che la donna aveva fatto ritorno in Argentina da circa un anno, per poi successivamente ritrattare dichiarando che la donna era deceduta in Argentina nel mese di maggio del 2016. Ma tramite del Ministero degli Interni si è potuto risalire al certificato di morte della donna, rilasciato dalle autorità argentine, dal quale risultava, invece, che il decesso era avvenuto nell’anno 2011 e non nel 2016 come dichiarato del genero.

Le successive indagini finanziare, relative alconto corrente bancario, intestato alla deceduta, in cui venivano accreditati gli importi dei trattamenti da parte dall’Inps, hanno permesso di accertare che l’indagato era delegato ad operare sul conto e, nel periodo dal 2 aprile 2011 (data del decesso) al 10 giugno 2016 (data ultima pensione accreditata sul conto), aveva distratto tutte le somme accreditate dall’Inps, girandone gran parte su un altro conto cointestato con la moglie, anch’essa denunciata per gli stessi reati.

La condotta degli indagati è stata caratterizzata oltre che dal silenzio (omessa comunicazione all’Inps del decesso), inducendo in errore l’Inps che ha continuato ad erogare gli importi dei trattamenti pensionistici, anche da false dichiarazioni ai finanzieri per ben due volte, la prima nascondendo il decesso, la seconda indicando una data diversa della morte, incorrendo nel reato più grave di truffa aggravata.

Il locale Ufficio provinciale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, appositamente informato ha quantificato l’ammontare delle somme indebitamente percepite e determinato gli indebiti per complessivi 72mila euro attivando la procedura ai fini del recupero.