Truffa lo Stato russo: "Accusato perché contro Putin"

Fermato a Riccione un 38enne condannato per aver sottratto 30 milioni di euro. Lui si difende: "Mi hanno incastrato"

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È accusato di aver sottratto allo Stato russo 187 milioni di rubli, l’equivalente di 30 milioni di euro. Per questo motivo è stato condannato a dieci anni di reclusione nel suo paese d’origine, per truffa e distrazione di fondi statali. Ma lui, un 38enne ex imprenditore nel settore del commercio di auto, ha respinto categoricamente ogni accusa, spiegando di essere perseguitato in quanto è "un oppositore politico" del presidente russo Vladimir Putin. Contro di lui è stato diramato un mandato di cattura internazionale e mercoledì scorso l’uomo è stato rintracciato dagli agenti della squadra mobile di Rimini in un hotel quattro stelle di Riccione, dove aveva prenotato una camera.

I poliziotti sono venuti a conoscenza della sua presenza attraverso le comunicazioni obbligatorie trasmesse dalla struttura alla Questura e hanno fatto scattare il blitz, trovandolo a passeggio con la moglie nelle strade della Perla Verde. Dopo essersi allontanato dal suo paese natale, ormai diversi mesi fa, l’uomo avrebbe trascorso un certo periodo alle Mauritius prima di raggiungere l’Italia, trovando ospitalità a casa di una zia che vive in Piemonte. In seguito avrebbe raggiunto la Romagna. Nei giorni scorsi, dopo l’arresto avvenuto a Riccione e dopo il trasferimento al carcere ‘Casetti’, il 38enne è stato rimesso in libertà dalla Corte d’Appello di Bologna, che ha disposto per lui l’obbligo di firma una volta alla settimana nella caserma dei carabinieri di Riccione. Assistito dal suo legale, l’avvocato Piergiorgio Campolongo, l’uomo ha implorato le autorità italiane di non essere estradato in Russia, spiegando che in quel caso sarebbe costretto a marcire in una cella per anni o, peggio ancora, essere spedito al fronte in Ucraina.

Stessa sorte che, sostiene, sarebbe toccata a diversi suoi amici, mandati a combattere contro la loro volontà. I suoi problemi con la giustizia russa sarebbero cominciati a causa della sua amicizia con un blogger, autore di numerosi articoli e pubblicazioni apertamente contrarie all’operato di Putin e all’invasione dell’Ucraina. Le autorità russe avrebbero iniziato a fare terra bruciata attorno al blogger, colpendolo tutte le persone a lui vicine, incluso appunto il 38enne.

La storia della truffa ai danni dello Stato gli sarebbe stata ‘cucita’ addosso per danneggiarlo, costringendolo alla fuga dall’ex Unione Sovietica per trovare rifugio all’estero. Il ricercato sostiene infatti di non c’entrare nulla con la sottrazione dei 187 milioni di rubli: non è stato lui, sostiene, ad essersi messo in tasca quei soldi, ma si è ritrovato sotto accusa solamente per il suo legame d’amicizia con il blogger. Motivo che lo avrebbe spinto a raggiungere l’Italia.

Lorenzo Muccioli