Truffa Rimini, sottrae mezzo milione a un 90enne e usa i soldi per l’azienda di famiglia

Operazione della Guardia di finanza: tre denunce e maxi-sequestro. Si indaga per truffa e frode fiscale

Maxi truffa a Rimini (foto d'archivio)

Maxi truffa a Rimini (foto d'archivio)

Rimini, 3 dicembre 2020 - Ha truffato un novantenne portandogli via 460mila euro più altri 17mila euro in gioielli. E ancora, ha stipulato a nome dell'anziano una polizza di assicurazione per poi inscenare un falso sinistro e incassare i soldi. Infine, ha usato quanto sottratto per la propria azienda o per estinguere alcuni debiti contratti dal fratello.

Il tutto senza contare che era già debitore di 600mila euro al fisco. Un 45enne di Coriano, nel Riminese, P.S. le sue iniziali, e i suoi due fratelli sono stati denunciati dalla guardia di Finanza che ha anche sequestrato beni e liquidità per due milioni. L'operazione delle Fiamme gialle, partendo dalla truffa all'anziano ha portato a scoprire una frode fiscale, riciclaggio, rapina e truffa assicurativa. P.S., infatti, abusando del rapporto di fiducia che aveva instaurato con il novantenne, è riuscito a truffarlo e derubarlo.

Le indagini hanno appurato che "proponendosi di aiutarlo a gestire il suo patrimonio, si è appropriato fraudolentemente, grazie alla delega per operare sui conti correnti della vittima, di più di 460mila euro, emettendo alcuni vaglia circolari a nome dei propri familiari o di sue società, prospettando all'anziano la possibilità di fare un investimento in obbligazioni con rendimenti molto vantaggiosi".

E poi ha aperto una polizza assicurativa a nome dell'anziano, per poi inscenare e denunciare un falso sinistro e incassare l'indennizzo in qualità di persona danneggiata. Come se non bastasse, si è impossessato di 49 gioielli tra anelli, collane e monili del novantenne, dopo averlo indotto ad assumere degli psicofarmaci, spacciati per integratori prescritti da un medico. L'indagine delle Fiamme gialle, coordinata dal pm Luigi Sgambati, svolta anche con accertamenti bancari, ha quindi ricostruito altre condotte dell'indagato in concorso con i suoi due fratelli. I reati ipotizzati a loro carico sono anche quelli di riciclaggio e auto-riciclaggio, per aver reimpiegato il provento dei reati nell'attività aziendale di famiglia o per estinguere alcuni debiti contratti dal fratello. Altro reato imputato è sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per aver compiuto, assieme ai fratelli, atti fraudolenti creando un trust immobiliare di famiglia, per permettere al principale indagato, (già debitore del fisco per oltre 600.000 euro), di sottrarsi ad ogni tentativo di riscossione coatta dell'Agenzia delle entrate. Da qui le denunce e il sequestro preventivo di beni e disponibilità che è stato eseguito dai militari del Nucleo di Rimini in esecuzione del provvedimento del gip Vinicio Contarini, che hanno posto i sigilli non solo ai conti corrente dell'indagato, ma anche a due ville di pregio per un totale di 2 milioni.