Tuonano albergatori e bagnini: "Stanno ipotecando il nostro mare"

Sale la protesta degli operatori turistici contro il parco eolico progettato al largo della Riviera . La politica finisce sotto accusa dopo il documento dei sindaci. Più cauta la Confcommercio

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"Stanno ipotecando il nostro mare, la politica se ne renda conto". Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi, esprime dubbi sull’accelerazione impressa al progetto della centrale eolica in mare davanti alle coste della riviera riminese. Per anni le categorie hanno alzato muri contro il progetto. Oggi a Rimini le posizioni si sono smussate, mentre a Riccione le categorie vogliono tenere la posizione. "Dire oggi no all’eolico e alle fonti rinnovabili è impopolare. Ma dobbiamo essere chiari nel dire che oggi viene presa una decisione in una fase emergenziale per quanto riguarda l’approvvigionamento di energia elettrica. Il frutto di questa decisione sarà un impianto realizzato tra 4 o 5 anni, quando le condizioni potrebbero essere mutate. Di fatto oggi andiamo a ipotecare il nostro mare mossi da uno stato di emergenza". Rimangono i dubbi sulle pale eoliche alte fino a 200 metri a 9.5 miglia dalla costa, come prevede l’ultima ipotesi di progetto. Se anche fossero 12 miglia, come vuole il centrosinistra, non cambierebbe la sostanza per la presidente. Altro aspetto da chiarire sono le cosiddette compensazioni. "Con le norme attuali l’energia prodotta dall’impianto andrebbe immessa nella rete nazionale, senza ricadute sul territorio. Penso ci siano aree a ridosso della costa adriatica dove un parco eolico avrebbe un impatto inferiore. Ai politici dico si sentirsi responsabili per una decisione che peserà sul futuro della riviera".

Più possibilista Gianni Indino, presidente di Confcommerico. "Personalmente penso che non si possa sempre pensare al proprio orticello dicendo ‘fatelo altrove’. Finire tra chi dice sempre no, dai No-Tav ad altri esempi simili, non sarebbe positivo. Non sono contrario a un ipotetico impianto di questo tipo, anche se i vantaggi fossero per l’intera nazione. Ma vogliamo vederci chiaro ed è per questo che abbiamo convocato una riunione di consiglio per entrare nel merito del progetto: dalla distanza dalla costa alle caratteristiche per capirne i vantaggi. Solo dopo verrà fissata la posizione di Confcommercio. Per quanto mi riguarda una distanza dalla costa delle prime pale a 20 chilometri potrebbe essere una condizione che valuterei in modo favorevole". A Riccione, invece, la diga regge. Ieri si sono incontrati i presidenti di Confcommercio, Confesercenti, Cna, Federalberghi e Cooperativa bagnini per fare il punto. "Noi siamo rimasti - ricorda Diego Casadei, presidente dei bagnini - a un documento portato da tutti noi e approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Riccione in cui si diceva, in sintesi: no a questo progetto eolico in mare. Non siamo contro le fonti rinnovabili, ma contro questo progetto, in quello specchio di mare. Noi non abbiamo cambiato idea. Se i politici lo hanno fatto, lo dicano".

Andrea Oliva