La Riviera non molla. E Rimini, nell’ultima domenica d’estate in cui convergono bel tempo e ferie, lo ricorda a tutti. È un arenile dei tempi migliori quello che si presenta per il primo weekend di settembre e che rispetto alla ventata di aria fresca, letteralmente, portata nei giorni scorsi dal ciclone Poppea ha già voltato pagina per regalare ai bagnini "le ultime settimane con cui chiudere in bellezza la stagione". Parola di Mauro Vanni, presidente della Coop bagnini Rimini Sud.
Mauro, siamo al rush finale di questa estate 2023?
"Abbiamo ancora a disposizione due settimane buone di lavoro e più in generale un mese di settembre in cui le previsioni ci favoriranno e potremo provare a raddrizzare una stagione in salita".
Oggi (ieri, ndr) è l’ultimo giorno prima del massiccio contro esodo. Come è andato in generale il weekend?
"Nei fine settimana i numeri sono sempre migliori. L’affluenza è stata buona e l’occupazione degli ombrelloni varia di zona in zona. Dove per esempio vanno i riminesi siamo al 70% di riempimento degli stabilimenti. Soffre un po’ di più la zona turistica a sud, dove comunque il numero di stranieri e più in generale di clienti sta sfumando con il passare dei giorni".
Pur avendo davanti due settimane di lavoro, qual è il bilancio di questa estate?
"Siamo partiti male. Malissimo. Maggio e giugno sono stati pregiudicati dall’alluvione e le sue ricadute. Luglio siamo riusciti a stare più o meno nella media e fortunatamente ad agosto abbiamo recuperato terreno. Ora abbiamo la possibilità con settembre di concludere una stagione discreta ma non eccezionale".
Ha parlato della falsa partenza dovuta all’alluvione. Dopo le querele degli albergatori alla ’macchina del fango’ seguirà un’azione anche dei bagnini?
"Non vedo il motivo di aprire due procedimenti distinti per la stessa questione. Di certo siamo con gli albergatori in questa battaglia con ogni mezzo. Si pensi che il danno di immagine legato alle fake news sul mare a seguito dell’alluvione hanno dato un taglio del 50% alle prenotazioni di giugno, con disdette anche molti giorni dopo il disastro".
Per recuperare il terreno così perduto gli eventi di settembre aiuteranno? A partire dal Gran premio di Misano tra una settimana.
"Bisogna distinguere il turismo alberghiero da quello balneare in questo caso. Il Gp è sicuramente motivo di affluenza turistica, ma chi viene in Riviera per andare al circuito difficilmente verrà in spiaggia. Perciò per ciò che riguarda il mare credo sia prioritario il meteo piuttosto".
Secondo lei la stagione in chiaroscuro di quest’anno è un’eccezione o si appresta a diventare la regola?
"Non possiamo più sperare di avere quei periodi di turismo di massa come ai vecchi tempi. Quell’era è finita. Ora dobbiamo ragionare su un turismo di qualità, che anziché mirare al prezzo basso che attrae un sempre maggior numero di persone si evolva in un’offerta dagli standard qualitativi elevati e un adeguamento di prezzi proporzionale".
Perché ritiene che il modello attuale non possa più funzionare?
"In periodi di crisi economica abbiamo visto come anche a prezzi più bassi comunque le persone siano costrette a rinunciare a giorni di vacanza. Per non essere penalizzati dalla crisi bisogna che ci adeguiamo. E partiamo da una ottima base, potendo contare tra i servizi migliori in Italia, ma con i prezzi tra i più bassi a livello nazionale. Questo modo di far turismo in spiaggia va cambiato".