Turismo, se il ‘nemico’ gioca in casa

Rimini è una città che ha bisogno di un cambiamento radicale: i riminesi stessi sono i peggiori testimonial del turismo, elencando solo le pecche senza cercare di risolverle. Investire in vacanza in una città simile non è facile.

Turismo, se il ‘nemico’ gioca in casa

Turismo, se il ‘nemico’ gioca in casa

Messa così, verrebbe da chiedersi: come si fa a venire in vacanza in una città simile? A chi verrebbe mai voglia di investire un solo euro quando gli imprenditori sono i primi a denigrare il luogo dove stazionano le loro attività? I riminesi sono da sempre poco indulgenti e si accaniscono sulle debolezze del sistema piuttosto che tentare di farlo crescere. Nessuno ritiene il nostro modello turistico come il migliore del mondo, ma il quadro che emerge dalla sua lettera è desolante. Nulla va bene: il commercio, la spiaggia, la gestione pubblica. Vogliamo dire qualcosa anche delle attività alberghiere? Dove sono tutti questi imprenditori desiderosi di investire capitali negli hotel? Se la qualità dell’offerta è il tallone d’Achille della Riviera, gli albergatori non possono chiamarsi fuori. Non si tratta, però, di cercare un capro espiatorio. E’ l’approccio al problema che va radicalmente cambiato; i peggiori testimonial del turismo sono i riminesi stessi. Quante volte ha sentito un operatore turistico vantarsi delle nostre qualità e bellezze? Non succede quasi mai. Si elencano soltanto le pecche, che andrebbe bene se però servisse a risolverle. Continuiamo così, facciamoci del male.