Stupro Rimini, "ho soccorso la turista sotto choc mentre il violentatore rideva"

Parla il barista che ha prestato aiuto alla ragazza: "E’ tornato davanti al locale guardandoci con aria di sfida"

Eugenio Fabbrizioli, il 37enne barista riminese che ha salvato la turista

Eugenio Fabbrizioli, il 37enne barista riminese che ha salvato la turista

"Erano le 5,30 di domenica mattina, quando ho visto passare quel bengalese in bici, inseguito da una ragazza a piedi. Erano molto vicini ma poi lui ha pedalato più forte riuscendo a staccarla, direzione Riccione. A quel punto lei gli ha tirato una bottiglietta d’acqua. Sono uscito dal bar e l’ho invitata a entrare. Non riusciva ad aprire bocca. Era sotto choc". E’ il racconto di Eugenio Fabbrizioli, 37enne riminese barista notturno al ‘Charlie Brown’ di via Regina Elena. Fabbrizioli ci racconta l’ennesima notte di violenza sessuale vissuta da Rimini. Una città stuprata.

Cosa ha fatto a quel punto?

"Eravamo in pochi nel locale, un ragazzo, un tassista, un cuoco di un albergo... Le abbiamo dato un bicchier d’acqua, che ha accettato".

Non parlava?

"Continuava a ripetere una sola frase, come un disco rotto, in inglese".

Quale frase?

"Con termini molto crudi, sicuramente a causa dello stato di choc in cui si trovava, ha descritto in che modo aveva subìto violenza".

Avvenuta pochi minuti prima?

"Sì, infatti, ma questo l’ho saputo dopo, lei era stata avvicinata dal bengalese 36enne venditore di rose che l’ha vista in strada da sola, e aggredita. Dopodiché lei si è messa a inseguirlo".

Per quanto tempo l’avete rifocillata al ‘Charlie Brown’?

"La turista danese sarà rimasta qui 30-40 minuti. Sempre in stato di choc".

Non ha detto altro?

"No, tanto che all’inizio pensavamo che fosse russa".

Avete avvertito le forze dell’ordine?

"Certo. Mentre cercavamo di calmarla - io le ripetevo ‘I can help you’, io posso aiutarti - ho chiamato i carabinieri. Che quando sono arrivati l’hanno accompagnata al suo albergo".

Come si presentava quella ragazza?

"Bella, alta e mora, con un vestitino da sera, forse un po’ brilla, ma niente di particolare, come chiunque dopo una serata al pub. Ho saputo dopo che era uscita con il suo fidanzato, ma stava rientrando da sola dopo un litigio con lui".

E’ successo altro quel mattino?

"Sì –prosegue il barista –, dopo un po’ il bengalese è ripassato, sempre in bici, in direzione opposta, cioè verso il porto, facendo anche una risatina indirizzata a noi. Sembrava anche contento, aveva quasi uno sguardo di sfida".

Lei lo conosceva?

"Sì, lo vedevo quasi tutte le notti, veniva qua. Non mi è mai piaciuto quel tipo, a differenza di tanti suoi connazionali, era aggressivo. A un certo punto gli ho dato l’alt. ‘Qui non entri più’, gli ho detto. Una sera una mia amica romena, tornando dal Coconuts, è entrata qui e mi ha detto: ‘Mi ha seguita, cosa devo fare?’".

L’indomani l’arresto.

"Sì, c’erano i due carabinieri della sera prima. Verso le 2,30 di notte è passato. Io gliel’ho indicato e l’hanno arrestato. Non ha detto niente. Spero che lo tengano dentro un bel po’".