Ubriachi di gas Rimini, case perquisite alle pasionarie

Blitz della postale, una nuova ipotesi di reato a carico di Marisa Grossi e Mirella Guzzo. Sul gruppo Facebook molti utenti scrivono parole pesanti contro Sgr e l’azienda querela

Protesta dei cittadini SGR (Soceta' Gas Rimini) per il caro bolletta

Protesta dei cittadini SGR (Soceta' Gas Rimini) per il caro bolletta

Rimini, 10 giugno 2019 - Un'altra tegola giudiziaria si è abbattuta sulla testa di Marisa Grossi e Mirella Guzzo, le due riminesi rispettivamente moderatrice e amministratrice della pagina Facebook ‘Ubriachi di gas’. Le due donne, (entrambe difese dall’avvocato Giovanna Ollà) che sono già al centro di un’inchiesta che le vede indagate per diffamazione aggravata ai danni della Società gas Rimini per dei post apparsi sulla pagina Facebook del loro gruppo un paio di settimane fa si sono viste arrivare a casa la Polizia.

Gli agenti della Postale erano muniti di un decreto di perquisizione: alle due donne è stata, infatti, contestata una nuova ipotesi di reato, quella di ‘turbata libertà dell’industria e del commercio’, prevista dall’articolo 513 del codice penale. Gli agenti si sono fatti consegnare tutti i dispositivi elettronici in possesso delle due donne, a casa ed al lavoro, ossia tablet, telefonini, pc. Gli inquirenti vogliono, infatti, scoprire se dietro alla rivolta contro le bollette elevate del gas, che moltissimi utenti si sono visti arrivare negli ultimi mesi, ci sia dell’altro. Ossia un ipotetico progetto per trasferire in massa tutto il popolo, che si è ribellato ai rincari salati targati Sgr, per accompagnarlo ad un altro gruppo concorrente, sempre fornitore di energia e di gas. Accuse che le due donne respingono con forza tramite il loro avvocato, Giovanna Ollà.

«Le mie clienti sono serene -spiega al telefono il legale – non hanno sviato nulla. Sul gruppo Facebook è montata spontaneamente una polemica contro le bollette levate. Non c’è stata alcuna istigazione, è stato un motus spontaneo, la gente era veramente infuriata per le bollette che aveva ricevuto. In più c’è subito stata un’interlocuzione tra il gruppo e l’Sgr per tentare di trovare una soluzione al problema, si è svolto un tavolo tecnico per giungere ad un accordo. Accordo che non è stato trovato. Ma nessuna intenzione di pilotare gli utenti verso altre aziende». Di tutt’altro avviso l’avvocato Moreno Maresi, legale dell’Sgr: «Se la Procura di Rimini ha deciso di compiere delle perquisizioni significa che ha considerato fondata la denuncia da noi presentata diverse settimane fa».