Uccide la moglie a Rimini, Angela lo aveva già denunciato: "Ossessionato dal tradimento"

L’uomo, che ha ammazzato la coniuge a coltellate, era in cura al Centro di igiene mentale dell’ospedale Infermi: aveva una sindrome depressiva. Nei suoi confronti, pochi mesi fa, era stato aperto un fascicolo per maltrattamenti in famiglia

Rimini, 24 aprile 2022 - Erano sposati da quarant’anni, ma da un po’ di tempo a questa parte lui aveva iniziato a sospettare che lei avesse un flirt con un altro uomo, più giovane di lui, il fratello del genero, che di tanto in tanto arrivava da Napoli appositamente per incontrarla. Un’ossessione d’amore che lo rodeva come un tarlo, spingendolo forse – questa è la tesi degli inquirenti – a vedere cose che non esistevano, dubitando senza motivo della fedeltà della compagna. "Mi tradiva da nove anni, l’ho uccisa perché mi aveva dato del ‘cornuto’" ha raccontato agli inquirenti. Una fissazione, quella di Raffaele Fogliamanzillo (che ha ucciso la moglie a coltellate), che avrebbe assunto anche dei risvolti patologici, dato che l’uomo era un paziente del Centro di igiene mentale dell’ospedale Infermi di Rimini, che gli aveva diagnosticato una forma di sindrome ansiosa depressiva. Un disturbo con cui il 62enne conviveva da tempo, anche se negli ultimi mesi i suoi attacchi di gelosia si sarebbero fatti più intensi. L’uomo, tuttavia, stando a quanto riferito dagli stessi parenti, non una sola volta si sarebbe azzardato a mettere le mani addosso alla moglie. A marzo i medici avevano proposto il ricovero in una strutura sanitaria specializzata, ma il trasferimento era stato rimandato.

La polizia sul luogo della tragedia in via Portogallo
La polizia sul luogo della tragedia in via Portogallo

Un primo campanello d’allarme c’era stato il 30 settembre scorso, quando la vittima, Angela Avitabile, aveva chiamato i carabinieri nell’appartamento di via Portogallo (video). In quell’occasione Fogliamanzillo avrebbe tentato di afferrarla per la gola, senza però riuscirsi. La cosa era finita lì, ma qualche mese dopo, il 27 febbraio di quest’anno, i militari dell’Arma erano stati nuovamente contattati: stavolta Angela si era sentita male, dopo l’ennesima scenata del marito, ed aveva avuto bisogno di chiamare l’ambulanza. Il giorno seguente si era presentata dai carabinieri per denunciare le minacce ricevute. Minacce estese, a quanto pare, anche ai figli della coppia (tre, tutti maggiorenni), ma mai sfociate in violenza fisica. Nei confronti del 62enne era stato aperto, d’ufficio, un fascicolo per maltrattamenti in famiglia, e il 4 aprile scorso la donna era stata sentita nuovamente dai militari, ai quali però aveva confermato che da allora il marito non si era più reso protagonisti di episodi di aggressività.

Angela si sentiva al sicuro, lì vicino alla propria famiglia (sorella e marito abitano nell’appartamento prospiciente a quello della coppia), e per questo non aveva ritenuto necessario il trasferimento in una struttura protetta. Agli inquirenti, Fogliamanzillo ha raccontato che circa una settimana fa si era sottoposto ad un intervento alla cataratta per risolvere un problema di vista: da quel momento, per lui, era stato un po’ come ‘riaprire gli occhi’ su quelli che lui riteneva essere i presunti tradimenti della coniuge. Venerdì mattina, ha riferito, si era presentato sotto il palazzo dove lei lavorava come donna delle pulizie: da lì, sostiene, avrebbe visto uscire proprio il ‘rivale’ in amore, l’uomo che – a detta sua – avrebbe insidiato la moglie. Circostanza che al momento sembra non trovare alcun riscontro.