"Uccise il compagno: condannatela"

Il pubblico minister Luca Bertuzzi ha chiesto undici anni per la donna che avvelenò il marito per l’eredità

Migration

"Ha ucciso l’anziano compagno per l’eredità. Quella donna va condannata". Ha chiesto undici anni di reclusione il pubblico ministero Luca Bertuzzi per Gemma Pirani, accusata del tentato omicidio pluriaggravato dell’allora compagno Dino Pierani, morto nel settembre dello scorso anno. Nell’agosto del 2018 Pierani, che era allettato e non era in grado di muovere un dito, era arrivato in ospedale, in condizioni disperate, per un avvelenamento da topicida. Un elemento questo che aveva subito fatto nascere molti sospetti: gli investigatori avevano subito compreso che si trattava di un ’giallo di famiglia’. Avevano cominciato col cercare il veleno e lo avevano trovato, in casa, dove l’anziano viveva con la compagna da ormai 30 anni.

"Serve per uccidere i topi che infestano questa zona", si era giustificata la donna. Ma la versione fornita non era stata creduta dagli inquirenti che erano andati avanti, ricostruendo gli equilibri familiari. La donna aveva due figli, avuti da precedenti relazioni. I carabinieri, incaricati delle indagini, avevano scoperto che c’era una guerra in corso che ruotava intorno a una casa. Alla fine la stessa Gemma Pirani (difesa dall’avvocato Milena Montemaggi), anche su pressione dei suoi stessi figli, aveva finito per confessare: "L’ho fatto per consentire a mio figlio di ereditare la casa", aveva ammesso. Per dieci giorni la donna avrebbe somministrato il veleno all’anziano compagno, ormai invalido da tempo.

Visto l’età e il contesto familiare, l’imputata era stata lasciata libera, con il divieto di avvicinare l’anziano.

Pierani si era poi spento a 84 anni, nella casa di riposo Pullè, dove era stato portato dopo molti mesi di ospedale nel settembre dello scorso anno, due anni dopo l’avvelenamento.

E ieri, in tribunale, è andato però avanti il processo con Gemma Pirani accusata del tentato omicidio pluriaggravato del compagno con la richiesta a undici anni di reclusione. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Luca Greco. L’udienza è stata aggiornata al 15 giugno.