
L’intervento dei carabinieri nella palazzina di via Coletti dove si era consumato l’omicidio-tentato suicidio (. foto Petrangeli
di Francesco ZuppiroliQuattordici anni di carcere. È questa la pena decisa e inflitta ieri pomeriggio dalla Corte d’Assise di Rimini nei confronti di Filippo Maini, 80enne riminese, infermiere in pensione, finito alla sbarra per l’uxoricidio della moglie Luisa Bernardini, 77 anni all’epoca del delitto. Una condanna, a fronte dei 21 anni chiesti dal pubblico ministero Luca Bertuzzi, arrivata dopo una lunga camera di consiglio durata quasi sette ore. Una condanna per un omicidio volontario aggravato che lo stesso imputato all’epoca dei fatti aveva definito "un atto di amore". Quello di un marito nei confronti della propria moglie malata. Quello che l’ex infermiere Filippo Maini appunto ammise di aver compiuto nei confronti di Luisa Bernardini, malata terminale di Alzheimer e quindi affetta da demenza senile.
Un omicidio, consumatosi lo scorso 22 giugno del 2020 nell’appartamento di una palazzina di via Coletti a Rimini, in cui la coppia di anziani viveva. Lì dove Filippo Maini, secondo quanto ricostruito nell’inchiesta dei carabinieri, soffocò manualmente la propria moglie dopo averle fatto ingerire un mix di farmaci già diluiti in un bicchiere d’acqua. Il tutto prima di scrivere una lettera in cui l’ex infermiere sosteneva: "Volevamo andarcene insieme". Lo stesso Maini, poi, dopo il delitto aveva ingerito lo stesso mix di farmaci per poi infilarsi un sacchetto in testa, cercando di farla finita a propria volta. Un tentato suicidio che fu sventato allora dall’intervento della badante che, di fronte alla donna ormai senza vita nel letto e il marito seduto a terra con il sacchetto di plastica ancora in testa, chiamò immediatamente 118 e forze dell’ordine. Una tragedia, avvenuta nel cuore della zona San Giuliano Mare, per cui la Corte d’Assise riminese ha comunque riconosciuto all’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Sarti, le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante di aver ucciso la propria moglie in considerazione del fatto che l’uomo fosse incensurato.
L’accusa aveva chiesto una pena maggiore in ragione del fatto che secondo la procura Luisa Bernardini non presentava sofferenze fisiche, né avrebbe mai manifestato volontà di morte. Bensì, sempre secondo le accuse riassunte nella rquisitoria del pm Bertuzzi, sarebbe stato lo stesso Maini a non sopportare più la malattia e sofferenza della moglie Luisa. E lo stesso tentativo di suicidio, secondo gli investigatori sarebbe avvenuto a un paio di ore di distanza dall’omicidio della moglie. "È una decisione che francamente non ci aspettavamo e che ci amareggia tantissimo – ha commentato l’avvocato Sarti a seguito della condanna a 14 anni per Maini –. Sono fermamente coinvinto che i cniugi avessero deciso di ’farla finita’ insieme. Comunque attendiamo di leggere le motivazioni (entro 90 giorni, ndr) per poi impugnare in appello".