Un bimbo e un pescatore sulla barca dipinta di blu

Il libro. La storia è ambientata a Bellaria e racconta l’amicizia che nasce tra un ragazzino di 12 anni e un vecchio lupo di mare ricco d’esperienze

Migration

Una storia di tenerezza che in alcuni tratti ricorda "Il Vecchio e il mare di Hemingway". E’ "La barca dipinta di Blu" (Giraldi Editore), dellinfluencer Gianluca Bota, che sarà presentato sabato sera, alle 21, in anteprima, al Club Hotel Angelini di Bellaria. Il romanzo, nato quasi per caso, è diventato un caso editoriale. Uscito nel 2020 in self publishing, quindi senza il supporto di un brand, ha venduto in pochi mesi oltre 3 mila copie. Traguardo che - fatta eccezione per Io sono Giorgia (Rizzoli), biografia della leader di FdI - in un Paese in cui si contano più autori che lettori, è ragguardevole. Di qui la decisione di Giraldi di dare al testo una veste editoriale, con una distribuzione nazionale. Protagonisti, sullo sfondo di una Bellaria e Igea Marina che si snoda tra vecchio e nuovo millennio, sono Luca e Lupo, un bimbo e un pescatore che attorno al restauro di una barca stabiliscono un rapporto d’amicizia mai scalfito dalle tappe della vita. Tra i due c’è un continuo scambio di esperienza. Luca guarda a Lupo con l’ammirazione di un bimbo incuriosito dal potere del mare, delle albe, dei tramonti, della vecchiaia. Lupo è affascinato dalla dolcezza di un ragazzino che si fa adulto aprendosi al mondo.

Bota, di solito il manoscritto arriva alle case editrici che lo rifiutano e per questo si decide di auto pubblicarlo. Qui è successo il contrario. Come se lo spiega?

"Il testo è evoluzione di una serie di post su Instagram. Non immaginavo avrebbe avuto riscontro oltre la cerchia ristretta di amici e, semmai, Bellaria. Invece anche i miei follower hanno cominciato a comprarlo, confermando un potenziale pubblico di riferimento molto più vasto. Giraldi mi ha proposto la pubblicazione ed eccomi qui".

Cosa il lettore apprezza, secondo lei?

"La semplicità della scrittura, che lo rende accessibile a bambini, adolescenti, adulti, anziani. Poi il contenuto, che ruota attorno a sentimenti autentici come l’amicizia tra persone anagraficamente lontane che si trasmettono conoscenza, sapienza, affetto. E’ rassicurante".

Lei affronta anche il tema della dislessia.

"Sì, lo faccio in maniera seria ma leggera, con la convinzione

profonda che sia un deficit rispetto ai canoni di normalità, ma un valore aggiunto sotto il profilo della creatività. Certo non va sottovalutata, anzi, bisogna trovare con chi ne è affetto

adeguati strumenti di studio e comunicazione".

Perché Bellaria?

"Perché è un luogo a me famigliare, che ho visto cambiare, di

cui descrivo strade, vie, angoli. La Romagna è una terra accogliente in cui la qualità umana delle persone supera la bellezza di un mare che grazie a chi ci vive pare il più bello del mondo".

Camilla Ghedini