Un caffè lungo 172 anni "Saremo un bar per tutti"

Nuovo corso per la storica pasticceria Vecchi, che riparte dopo il lungo stop "Non più solo colazioni, resteremo aperti anche per aperitivi e serate"

Migration

Un caffè lungo 172 anni. Riapre i battenti alle 18, dopo otto mesi, il bar pasticceria Vecchi nel borgo San Giuliano, con un restyling che ha unito storicità e design sartoriale. Ieri "ben 450 borghigiani hanno ricevuto la colazione a casa con la cartolina invito per l’inaugurazione", segnala Enrico Santini, borghigiano doc. Nuova proprietà, locale all’insegna dei grandi caffè europei, "ma senza abbandonare la strada maestra fatta di identità, territorio e riminesità, per cullare il cliente dalla colazione al whisky del dopo cena – spiega la società che lo ha rilevato e che, non per caso, si chiama ’La Cremma’, come la vecchia crema della nonna –. Un locale che parla dialetto ma dialoga col mondo attraverso atmosfere e proposte d’eccellenza". Il caffè, istituzione di Rimini, si presenta con una nuova proprietà, un gruppo di imprenditori di cui fanno parte anche lo chef Giuliano Canzian ed Enrica Mancini, titolari di tanti locali, nel borgo e non solo. Hanno raccolto il testimone dai vecchi gestori – Oriano Paci e la moglie Michela Barbieri – che l’hanno gestito dal 1985.

Vecchi nasce a metà Ottocento, quando in tutta Europa aristrocratici e uomini di cultura iniziano a incontrarsi nei caffè. Anni in cui a Rimini, da un’intuizione dei conti Baldini, viene costruito il Teatro Galli (1857), arrivano i primi stabilimenti balneari e sorge il Kursaal. I 172 anni del Vecchi, fondato nel 1950, sono scanditi da quattro epoche legate a quattro famiglie cittadine: la famiglia Vecchi, quella del mitico cuoco-pasticcere Ciro Brunori da fine Ottocento al Dopoguerra, la famiglia Dovesi-Bettiol, infine quella di Oriano Barbieri e Michela Paci, che sono stati artefici del trasferimento da piazza Cavour nel borgo.

La rivoluzione di Vecchi, firmata dall’architetto Barbara Vannucchi,parte da una ricerca sulla storia della pasticceria e ’mixa’ documenti originali, vecchi elementi di arredo rivisitati e pezzi unici pensati, disegnati e realizzati per Vecchi. Un restyling autografato da una cinquantina di ditte artigiane del Belpaese. A impreziosire l’elegantissimo arredo, l’esposizione di una serie di testimonianze uniche e inedite. Su tutte, in una teca che lo costudisce come un tesoro, un quaderno avvolto da sempre nel mistero. Da Vecchi sono nati l’inimitabile ricetta della piada dei morti e di una serie di prelibatezze, che la leggenda narra Ciro Brunori scrivesse sulla farina. In realtà sono tutte custodite in un ricettario vergato a mano a cavallo fra ‘800 e ‘900. Un vero scrigno che Oriano e Michela hanno affidato ai protagonisti del nuovo corso. A dirigere la brigata, nel segno della continuità, sarà Paolo Barbieri, fratello di Michela e da 40 anni cuoco-pasticcere di Vecchi, che insieme al suo staff confezionerà le vecchie proposte amate da Federico Fellini, Titta Benzi, Sergio Zavoli e da tante generazioni di riminesi.

Mario Gradara