
Fabio Vannoni, coordinatore tecnico Milan Academy, ha parlato con i. ragazzi della III M
Il 17 marzo scorso la professoressa Baldini della scuola Franchini ha ospitato, nella classe III M, Fabio Vannoni, coordinatore tecnico Milan Academy. Bergamasco, classe 1977, Vannoni ha condiviso il suo percorso formativo tecnico, per inseguire il sogno calcistico. Ci descrive il suo lavoro?
"La mia responsabilità è quella di formare gli allenatori Milan Academy, attraverso l’attività in campo e il confronto in aula. Consiglio sempre, prima di intraprendere un percorso da allenatore, di fare esperienza con i giovani. Questo mi ha permesso di imparare diverse lingue come inglese, spagnolo, portoghese e arabo, grazie alle esperienze lavorative estere".
L’atteggiamento è importante nello sport?
"È la prima cosa che guardiamo nel ragazzo, ma anche nel genitore perché, come il figlio rispecchia la famiglia, la squadra rispecchia il proprio istruttore. Durante le partite osserviamo anche l’atteggiamento del genitore: se si mostra indisciplinato, sarà più difficile per il ragazzo avere la possibilità di essere preso in considerazione; ciò influirà nel percorso di crescita dello stesso. Se invece è il ragazzo ad essere maleducato, si rischia che ad alti livelli si costruisca una cattiva fama agli occhi degli addetti ai lavori".
Se un ragazzo non si applica a scuola, è giusto dargli meno spazio in squadra?
"Lo sport non va vietato, ma l’uso eccessivo di cellulare e videogiochi sì. Da ragazzo non ero bravo a scuola per via degli allenamenti, ma stando attento in classe avevo un rendimento sufficiente".
Meglio fisico o tecnica?
"Meglio tecnica. Perché avendo quest’ultima, si riescono a raggiungere livelli alti più facilmente. Il fisico lo si può migliorare nel tempo allenandosi con costanza e impegno".
Compiti del capitano?
"Essere un esempio, un riferimento nel quale trovare supporto e stimoli, il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via".
Un talento grezzo può emergere?
"Talentuosi si nasce, ma serve allenamento costante per mantenerlo. Con determinazione e sacrifici si ottengono risultati. Non bisogna mollare mai, nello sport come nella vita. Anche il ruolo del prof è importante: può indicarvi la giusta strada. Io stesso mantengo contatti con chi mi ha trasmesso valori e insegnato a diventare uomo. Ricordate che ciò che arriva senza sacrifici è finto".
L’incontro con Vannoni è stato prezioso per noi, atleti e non. Lo sport è fondamentale per sfogarsi e esprimersi rispettando le regole. Ringraziamo Fabio per la sua gentilezza e per averci insegnato che le piccole cose contano. Concludiamo con una sua frase che condividiamo: "È la testa che fa la differenza e comanda il corpo".
Classe III M