Un doppio binario per le concessioni balneari: gare dal 1° gennaio 2024 per i soli tratti liberi (due terzi delle coste italiane, secondo il tavolo tecnico ministeriale). Un anno dopo, dal 1° gennaio 2025, gare le restanti concessioni. E’ la soluzione cui sta pensando il governo, a quanto riferisce il Sole 24 Ore. Ma i bagnini non ci stanno: "La puntuale ricognizione svolta dal tavolo tecnico governativo – attacca Mauro Vanni, presidente Confartigianato Imprese Demaniali – ha dimostrato che almeno il 67% delle risorse è tuttora disponibile. Ne consegue che non vi è alcuna necessità di procedere con l’applicazione generalizzata dalla direttiva europea Bolkenstein, nè di procedere con i bandi, le evidenze pubbliche. Che devono essere limitate alla parte di risorsa arenile ad oggi non ancora utilizzata nè occupata". "Dal governo – aggiunge Vanni – pretendiamo tutele: non esiste che espropri beni a privati e li consegni ad altri. In questo modo non si crea ricchezza ma disordine sociale. Ci sono 30mila famiglie occupate nel balneare in Italia. Noi abbiamo trasformato la sabbia in qualcosa che produce ricchezza. Il settore è cresciuto perché c’erano leggi statali che grantivano gli imprenditori. Attenzione a mettere in discussione quel modello. Se nio non ho certezze sul futuro, e vado in banca per un finanziamento, non lo ottengo. La riassegnazione va fatta in quelle regioni dove il turismo non è ancora strutturato, non nelle altre dove il mercato è saturo".
"Il vero doppio binario - il presidente di Confartigianato Imprese Demaniali è un fiume in piena – è che il bando si faccia solo per la parte disponibile". In realtà il governo non ha ancora preso una decisione. Ma pesa comunque la notifica dell’avvio della procedura d’infrazione da parte della Commissione europea, che nei giorni scorsi ha ’avvertito’ il governo italiano, stigmatizzando le proroghe di questi anni e dando due mesi di tempo per una risposta puntuale.
La premier Meloni ha confermato l’intenzione di avviare una nuova negoziazione con Bruxelles. Il governo, secondo alcune fonti parlamentari di maggioranza, starebbe studiando quella che viene considerata l’unica soluzione proponibile all’Ue. Il doppio binario citato. Dove tra l’altro la proroga ulteriore di un anno (al 1° gennaio 2025) per le concessioni attuali sarebbe tutt’altro che scontata. Ma i tempi supplementari servirebbero ad attuare una riforma, una legge di riordino, con annesse clausole sociali e punteggi aggiuntivi per le piccole e medie imprese. Evitando la sanzione annunciata nei giorni scorsi nel parere motivato inviato dal commissario al Mercato interno Thierry Breton, con i due mesi di tempo all’Italia per conformarsi.
Mario Gradara