Una colletta per l’operaio morto I familiari: "Giustizia per Massamba"

La comunità senegalese ha avviato una raccolta fondi per pagare il rimpatrio della salma e i funerali. Oggi l’autopsia, i parenti chiedono di fare luce sulle cause dell’incidente costato la vita al 44enne

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Una colletta per Massamba. La comunità senegalese si è già attivata per raccogliere i fondi e aiutare i familiari dell’operaio di 44 anni, padre di tre figli, morto mentre lavorava nel capannone della ditta Orlandi a Gatteo. Nato e cresciuto in Senegal, Massamba Ndiaye "viveva a Rimini da oltre 10 anni. Era un ragazzo molto conosciuto e stimato, anche per il suo forte impegno sociale – racconta Seck Papa Modou, il portavoce della comunità senegalese a Rimini – Le esequie di Massambia si terranno sicuramente in Senegal, e abbiamo deciso di raccogliere i soldi tra noi per aiutare i familiari nelle spese per il rimpatrio della salma e i funerali". Seck ha parlato anche con i parenti di Massamba, che lascia due mogli e tre figli. Una di loro abita in Senegal con i figli, l’altra è tornata in patria da qualche giorno per le vacanze. Massamba li avrebbe raggiunti a breve: sarebbe partito a giorni per trascorrere in Senegal per le festività di Natale. I familiari adesso, tramite Seck Papa Modou, chiedono "giustizia per Massamba. Vogliamo sapere com’è morto, se sono state rispettate tutte le norme di sicurezza, se ci sono state responsabilità da parte di altri". Oggi verrà probabilmente eseguita l’autopsia sul corpo del 44enne senegalese. Massamba, che lavorava per conto della Dierre service, si trovava nello stabilimento della Orlandi (alla quale la Dierre fornisce manodopera) quando è scivolato dal muletto su cui era salito. Un volo di quattro metri: quando i sanitari del 118 sono arrivati sul posto, per lui non c’era più niente da fare.

Oggi davanti alla Orlandi si terranno un presidio e uno sciopero, indetti da Cgil, Cisl e Uil dopo la tragedia. Una morte "sulla quale restano tanti interrogativi", dicono Vito Totire, medico del lavoro di Bologna, e portavoce della Rete nazionale lavoro sicuro, e Davide Fabbri, ex consigliere comunale cesenate e referente per Cesena della stessa associazione. "Secondo le prime ricostruzioni Massamba era salito sul carrello elevatore, perché nel capannone faceva freddo e lui voleva chiudere le serrande bloccate. Chiediamo: in che misura era inevitabile la prestazione lavorativa notturna? E come veniva gestita la manutenzione del capannone?". Per l’associazione va svolta un’indagine accurata sulla morte dell’operaio, perché "molte sono le questioni da chiarire" per accertare eventuali responsabilità. Inoltre l’associazione si dice già pronta "a costituirsi parte civile nel procedimento".

Manuel Spadazzi