
Rimini e la Fiera, vanno avanti per la propria strada, senza troppo curarsi della tanto sognata, in passato, fusione con...
Rimini e la Fiera, vanno avanti per la propria strada, senza troppo curarsi della tanto sognata, in passato, fusione con la fiera di Bologna. L’assessore alle Attività economiche e Bilancio, Juri Magrini, ha voluto fissare alcuni concetti nel corso del consiglio comunale di giovedì sera. "C’è stato un tempo in cui, in questa città e in questo consiglio, alcuni esponenti della minoranza consideravano la realizzazione della nuova fiera un errore strategico. Si riteneva infatti, circa 27 anni fa, che il commercio elettronico potesse rappresentare il futuro del settore fieristico. Tuttavia, la lungimiranza delle scelte strategiche adottate dall’ente ha dimostrato il contrario. Allo stesso modo, la costruzione del Palazzo dei Congressi era vista come un’operazione rischiosa, un passo più grande delle reali possibilità dell’amministrazione. A distanza di qualche anno, però, anche questa previsione è stata smentita: oggi queste infrastrutture di successo rappresentano un patrimonio per tutta la città, portando benefici al territorio, alla comunità e al sistema economico locale". Fatta la premessa, "la nostra partecipazione in IEG (Italian Exhibition Group), di cui siamo soci di riferimento attraverso Rimini Holding, va considerata con attenzione. Non va dimenticato che si tratta di una società quotata in borsa, con un valore che ha continuato a crescere e ‘correre’ da dopo la pandemia". Questa volta, lascia intendere Magrini, sarebbe Rimini a dovere fare attente valutazioni se da Bologna arrivassero segnali di fusione. Essendo IEG quotata in borsa, "il tema della fusione con Bologna va affrontato con attenzione e le dovute analisi. Servono valutazioni approfondite, nell’interesse della società quotata e dei suoi azionisti". Insomma "è fondamentale muoversi con prudenza, affinché la proposta industriale sia condivisa dall’azienda e dai soci".