
Giada Buldrini (38 anni) e Serena Galassi (42) insieme ai loro tre figli
Rimini, 24 maggio 2025 – "Finalmente saremo riconosciute entrambe mamme dallo Stato". Ma c’è voluta la Corte costituzionale per riconoscere questo diritto a Giada e Serena, e a miglialia di altre coppie omosessuali in Italia. I giudici, pronunciandosi sul ricorso di una coppia toscana, hanno stabilito che entrambe le donne debbano essere riconosciute madri dei figli ottenuti con la fecondazione assistita, non solo chi ha partorito, nell’interesse e per la tutela dei bambini stessi. "Deve prevalere il diritto del minore", hanno sancito i giudici della Consulta. Per Giada Buldrini e Serena Galassi, insieme dal 2010 e madri di 3 figli, due gemelli di 12 anni e una bimba di 6, "giustizia è fatta".
"I nostri figli – racconta Giada – sono stati concepiti in una clinica di Barcellona con la fecondazione assistita, perché in Italia non è ancora consentita alle coppie omosessuali". Nel 2019 la coppia, che vive a Riccione, aveva chiesto il riconoscimento e, a seguito del diniego del Comune, aveva fatto ricorso in tribunale. E l’anno dopo "i giudici di Rimini hanno stabilito che anch’io dovevo essere riconosciuta come madre dei gemelli, anche se era stata Serena a partorirli – continua Giada – Il problema si è riproposto per la piccola: l’ho partorita io e Serena non era riconosciuta come madre". Nonostante la battaglia legale vinta per i gemelli, per la piccola Giada e Serena avevano deciso mesi fa di imboccare un’altra strada, avviando le pratiche per la stepchild (l’adozione speciale). Non ce ne sarà più bisogno "perché grazie alla storica sentenza della Corte costituzionale Serena ed io saremo riconosciute entrambe madri della bambina.
Un traguardo di civiltà, dopo tutto quello che abbiamo dovuto subire". Perché "Serena (che lavora come infermiera) non ha potuto avere il congedo parentale per stare accanto alla bambina, non ha potuto firmare nessun atto". In sostanza, "per legge non ha potuto esercitare il suo diritto di madre". Giada e Serena, sposate dal 2020 ("siamo convolate a nozze dopo la sentenza per i gemelli") aspettavano questo momento da tanto tempo. "Peccato che ancora una volta ci abbiano dovuto pensare i giudici, e non i politici con una legge, a tutelare i diritti", dicono le due donne, diventate famose sui social con la loro pagina Due mamme tre figli e autrici del libro Annoiate mai: due mamme per tre figli.
Dopo il verdetto della Corte Costituzionale Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini e consigliere di maggioranza, invita "il Comune a spalancare le porte dell’ufficio anagrafe e ad eseguire la sentenza. Ci sono famiglie riminesi che attendono la trascrizione da anni. E siamo certi che il Comune si renderà adempiente e dirà: possiamo procedere, benvenute e scusate per l’attesa. Considerando che ogni ritardo farà persistere un stato di precarietà che ricade su bambine e bambini".