Rimini, prestiti a tassi di usura. Padre, figlio e nuora nei guai

Un’intera famiglia riminese accusata di aver concesso abusivamente prestiti per diverse centinaia di euro

Soldi

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Rimini, 20 novembre 2018 - Un’intera famiglia impegnata in prestiti da strozzinaggio. Per questo al termine di una complessa attività d’indagine, i militari della Finanza stanno dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro nei confronti dei tre componenti del nucleo familiare, ritenuti responsabili di aver concesso abusivamente ad imprenditori in difficoltà economiche prestiti finanziari per diverse centinaia di migliaia di euro, applicando tassi usurari, in alcuni casi fino al 120%.

Le indagini sono partite dalla denuncia di un professionista che aveva ricevuto in prestito una somma di circa 300mila euro con promessa di restituzione, in pochi anni, di denaro per 420mila. In particolare le attenzioni dei finanzieri riminesi si sono concentrate sulla figura di un 75enne, apparentemente nullatenente e con un reddito di pensione modesto che svolgeva abitualmente l’attività di finanziamento illecito a persone ed imprese a tassi usurari, per importi di rilievo, avvalendosi del contributo sia di persone appartenenti alla propria famiglia (il figlio e la nuora, nello specifico), sia di soggetti terzi.

Grazie ai certosini accertamenti bancari ed alla collaborazione di buona parte delle vittime, le Fiamme Gialle sono quindi riuscite a far luce e ricostruire numerosi altri casi di prestiti usurari, con tassi fino al 120%, concessi dagli indagati nei confronti di ulteriori 7 imprenditori e o professionisti in difficoltà, per cifre complessivamente pari a circa 900mila euro, per le quali gli interessi richiesti ad ottenuti erano risultati superiori ai 650mila euro.

Al termine delle indagini, il Gip presso il Tribunale di Rimini, dottor Cantarini, condividendo le ricostruzioni investigative effettuate dei militari della Guardia di Finanza e accogliendo le richieste formulate dalla locale Procura della Repubblica un provvedimento di sequestro per equivalente, pari all’illecito profitto.