Valentino Valentini, la Dolce vita in Riviera

Il racconto dell’uomo delle prime discoteche. Quando Maradona arrivava in Ferrari e andava a ballare al Pascià di Riccione

di Carlo Cavriani

E’ passato dall’industria delle acque minerali, al commercio, alla ristorazione, fino alla gestione dei locali di divertimento notturni. Negli anni ’80 ha avuto casa a Ibiza, viaggiava su auto di lusso che si permettevano solo in pochi, ha avuto yacht, ha conosciuto personaggi di mezzo mondo. E’ stato un protagonista della Dolce vita, di una Riviera che oggi non c’è più. Ha vissuto tutto oltre i limiti dell’ordinario.

Valentino Valentini è un romagnolo che ha passato i 90 anni e adesso ha voluto raccogliere le sue memorie in un libro. Una carrellata nostalgica di aneddoti e incontri, che oggi sembrano irripetibili, nei quali non sono lesinati boutade e riferimenti a persone e avvenimenti che hanno fatto la storia della Riviera.

La sua famiglia è di Rimini ma lui è nato a Torino. Si chiama Valentino perché è nato al Valentino a Torino, suo padre era ingegnere alla Fiat al Lingotto, progettista di carrozzerie.

Da ragazzo lavora nell’azienda di famiglia, quando la Galvanina era di proprietà di sua madre e di suo nonno. Poi nei primi anni ’80 comincia a interessarsi di locali. Gestisce prima lo Chez Vous, poi il Ristorantino del Grand Hotel, in società con Marco Arpesella. "Una sera venne a mangiare lì anche Diego Abatantuono al quale ho poi rigirato le quote del Lady Godiva. Ma la ristorazione, quando non l’hai mai fatta, come nel mio caso, è una brutta bestia".

E così dai ristoranti passa alle discoteche, o meglio alla discoteca. La sua vera grande creazione, partorita nel 1986, è il Pascià di Riccione. "Ero amico del proprietaio del Pacha di Ibiza, ho voluto imitare quel tipo di locale ma l’ho chiamato Pascià perché non volevo avere beghe per usurpazione di marchio. Ho aperto il locale in collina, perché era un periodo in cui volevano far chiudere i locali da ballo in centro, come il Savioli e il Vallechiara". In quegli anni c’erano ancora le balere che avevano orari anticipati rispetto alle disco. La serata iniziava alle 21 e all’una di notte finiva. "Gli albergatori si lamentavano che la musica alta disturbava la quiete notturna. C’era stata una piccola sommossa al punto che al Savioli alcune sere erano capitati lanci di uova marce da parte dei vicini".

Il sindaco di allora, Pierani, era felicissimo che il Pascià fosse lontano dal centro, così dava meno fastidio. "Come baristi avevo messo quattro bei ragazzi che attiravano ragazze. Dal mondo dei locali di Ibiza avevo preso il sistema di pierraggio che da noi non usava. Quando regalavamo le tessere stagionali e i pass, in viale Ceccarini, le ragazze mi venivano a cercare e mi chiedevano: me la regali anche a me la tessera che vengo a letto con te? E capirai, io facevo selezione". Il periodo del Pascià è stato memorabile. Il locale era meta di personaggi famosi, come Maradona. "Era venuto una sera in cui il Napoli giocava a Cesena. Era arrivato con due Ferrari, uno nero in cui stava lui e un altro dietro con due scagnozzi. Quando ballava in pista sembrava uno scimmione, quando è andato via ho dovuto farlo passare dalla dispensa, perché le ragazze ormai se lo mangiavano vivo". Dopo due anni Valentini vende il Pascià "perché cominciava a circolare droga".

Nel 1987 l’incontro con Walter Galli con il quale apre un’agenzzia immobiliare a Rimini in via Marradi, in quella che è tutt’ora la sede sociale. Ma le sue attività imprenditoriali si fondono e s’intrecciano con la sua vita. Tre le cose imprescindibili di questo ragazzino novantenne che sembra aver fatto un patto con Mefistofele come Faust: le barche, le auto, le donne, spiega nel suo libro-biografia "La Dolce vita - tra i ricordi di un mito della Riviera romagnola" (ed. Youcanprint). Il racconto senza veli di una vita in accelerazione, la perfetta trasposizione di una gara di auto dove le curve delle strade delle colline riminesi si fondono con quelle più morbide delle donne, dove la passione è la molla che muove il mondo.

Ferrari, Porsche e il Lamborghini Miura, comprato nel 1966. "Ero tra i primi in Italia, costava 9 milioni come un bell’appartamento". E poi la De Tomaso Pantera e la Maserati Merak. Donne e motori, un binomio che non ha risparmiato neanche Valentini. "Frequantavo i locali di Riccione, mi capitava di uscire con molte ragazze che poi venivano elette in qualche concorso: miss Adriatico, miss Cinema. A Riccione ho conosciuto anche Marina Morgan, la presentatrice Rai, con la quale ho avuto l’avventura di una notte". Tante donne frequentate, fra cui Flo Sandon’s, ma anche molti viaggi: Londra, Monaco, Amburgo, Ibiza, Hong Kong, Montecarlo, Cortina e numerosi incontri: Gianni Agnelli, Mike Bongiorno, Carlo Ferruzzi, Celentano, Romano Mussolini, Filippo Berselli.

Non si è mai sposato. L’unica donna che ha lasciato il segno è una tedesca di 35 anni, conosciuta a Montecarlo quando lui ne aveva 67. "Era una donna di rango, in Germania aveva una catena di 17 alberghi e quando abbiamo comprato lo yacht di 15 metri ha partecipato anche lei alla spesa. Per i miei 70 anni mi ha regalato un viaggio a Dubai". Altre storie importanti non ne ha avute, mai pensato di mettere su famiglia. "Quanto ai figli, tra le foto del mio passato ce n’è una di una bambina, figlia di una norvegese, che potrebbe essere mia figlia, mentre di un altro sono certo, un uomo che adesso ha passato i 60 anni e che vive a Milano. E’ un imprenditore di successo. Lui se non sa niente è meglio, se invece lo sa e non mi ha mai cercato, amen".i