Vendita piramidale, Fabio Bollini tra gli indagati a Rimini

La Finanza fa crollare l'organizzazione: sequestri per oltre 7 milioni. Qui i vertici dell’organizzazione nazionale. Nei guai anche l’ex calciatore sammarinese

Fabio Bollini, 39 anni, è ritenuto uno dei capi della vendita piramidale

Fabio Bollini, 39 anni, è ritenuto uno dei capi della vendita piramidale

Rimini, 11 maggio 2022 - Con quei prodotti, era la promessa, non solo potevi dimagrire, ma anche guadagnare tanti soldi. Bastava convincere altre persone a comprare quegli integratori alimentari, portandoli così nella ‘rete’. Una macchina da soldi smantellata dalla Guardia di finanza di Rimini con l’operazione ‘Cheope’. Tredici le persone denunciate, mentre ammonta a oltre 7 milioni di euro, tra conti correnti, case e terreni, il valore dei sequestri cautelari disposti dal gip Benedetta Vitolo su richiesta del pm Luca Bertuzzi, che ha coordinato l’indagine. I 7,3 milioni sequestrati sono i soldi mai versati, in tutti questi anni, per l’Iva dovuta.

Il sistema di vendita piramidale scoperto dalle Fiamme gialle si basava sul reclutamento di nuovi clienti-venditori. In pochi anni la rete, che si era diffusa a Rimini a partire dal 2015, era riuscita a reclutare 10mila venditori. Persone disposte a spendere somme tra i 500 e i 1.000 euro per far parte della rete messa in piedi per vendere i prodotti della Vi Italia, che spaziavano dalle bevande alle barrette energetiche. Tra loro parecchi sportivi, sanitari, ma non solo. Migliaia di persone erano entrate nella rete semplicemente perché disoccupati.

Il reclutamento avveniva sia sui social, sia con convegni organizzati in grande stile in palasport e hotel in tutta Italia. Arruolando nuovi clienti e venditori, alcuni erano diventati dei veri e propri ambassador degli integratori, arrivando a intascare fino al 20mila euro di provvigioni al mese. Gli integratori, prodotti dalla capogruppo americana di Vi Italia, venivano poi forniti dalla società controllata olandese a quella italiana.

La Vi Italia formalmente aveva la sua sede legale a Milano, ma in realtà i vertici dell’organizzazione erano qui, tra Rimini e San Marino. Tra gli indagati c’è Fabio Bollini, 39enne di San Marino, ex calciatore, che è ritenuto uno dei capi dell’organizzazione. Proprio nei suoi confronti è stato disposto il sequestro cautelare per la somma più alta, pari a 2 milioni e 17mila euro.

Sul registro degli indagati ci sono altri due sammarinesi di 44 e 29 anni, due riminesi rispettivamente di 51 e 24 anni, un riccionese di 56 che vive a San Clemente. Gli altri indagati vivono tra Cesena, Cesenatico e Pesaro, una infine nella provincia di Foggia. Oltre ai conti correnti degli indagati il gip ha disposto il sequestro di due case e altrettanti garage a Pesaro, e di 6 terreni a Viterbo.