Ventimila pagine della nostra storia

I primi quarant’anni della rivista Romagna Arte e Storia, fondata da un gruppo di studiosi nel 1980

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Chi dura vale. Caso esemplare è il quadrimestrale di cultura Romagna Arte e Storia: quarant’anni di attività, centoventi fascicoli con 19mila pagine, ottocento quaranta saggi di quattrocentoventi autori diversi con più di diecimila illustrazioni. Una mole di lavoro ininterrotta all’insegna della qualità resa possibile da una squadra quanto mai affiatata che ha sempre operato e deciso all’unanimità, sempre fedele a tre linee guida: l’originalità, il rigore scientifico dei contributi pubblicati e l’indipendenza assoluta da qualsivoglia potere o istituzione. Fedele anche al ’manifesto’ del 1980: "Romagna Arte e Storia è una rivista di cultura fondata da un gruppo di studiosi convinti dell’utilità di raccogliere contributi e di stimolare nuove ricerche sulla cultura di quella entità storica e geografica denominabile come Romagna e di dare risposta all’esigenza fortemente avvertita negli ambienti più aperti e più vivi, di sensibilizzare maggiormente alla problematica degli studi locali intesi come seria ricerca e nuova riflessione su dati positivi".

Con la ’bandiera Romagna’ scelta come dimensione territoriale fin dalla fondazione, riferita solo agli studi storici e mai a rivendicazioni autonomistiche, la rivista ha attraversato anni di crisi, quando andavano di moda studiosi degni di tal nome solo se targati e sponsorizzati politicamente. E quando la ricerca e la storia locale erano considerate materia per eruditi fuori tempo. Spesso, però, il tempo è galantuomo: nonostante in quarant’anni Romagna arte e storia abbia scelto di sostenersi solo con abbonamenti, anche offerti da benemerite organizzazioni a scuole e a biblioteche, nel campo dell’editoria di studi locali ha superato numerosi record di longevità.

Ora, in tempi di globalizzazione dilagante, di frenetica ricerca di un’identità dimenticata e di una recuperata coscienza del bisogno di riflettere su di una dimensione che superi sterili campanismi, la ’bandiera Romagna’, forte, storicamente e culturalmente radicata, sembra essere tornata di moda.

Ma, mode o non mode storiografiche, ’Romagna Arte e Storia’ continua a lavorare sempre fedele alle sue immutate linee guida e a rappresentare uno spazio aperto agli studiosi rigorosi, specie se giovani.

Un piccolo paradosso che non sorprende. La rivista è stata fondata da tre riminesi – Giorgio Pasini, Gianfranco Fellini e il sottoscritto -, a Rimini. Ma l’interesse maggiore e gli abbonamenti provengono dall’area ravennate, cesenate, forlivese e faentina. Rimini, si sa, è una città reattiva alle belle parole e agli slogan purché fascinosi, ma certamente distratta. E, spesso, è più sensibile a fake history stupefacenti e a narrazioni fantasiose, piuttosto che a studi impegnativi basati su solide fonti. Ma mai disperare.

Il numero 120 di Romagna Arte e Storia che verrà presentato alla corte di Palazzo Gambalunga oggi alle 18, ha due funzioni: festeggiare il quarantesimo anniversario e ricordare l’impegno e il valore di grande studioso di Pier Giorgio Pasini, cofondatore e storico direttore della rivista, ora direttore onorario, a cui il numero è stato dedicato a sua totale isaputa. Servirà anche a ricordare la ’riminesità’, chissà ancora per quanto, della rivista.

Ferruccio Farina