Verucchio, il paese delle ceramiche

Verucchio, il paese  delle ceramiche

Verucchio, il paese delle ceramiche

Quelle formelle erano state rubate una dozzina di anni fa, lasciando un vuoto - non solo artistico - nel muro di via Rocca, che porta i residenti e i turisti alla Rocca Malatestiana. Il Comune di Verucchio ha deciso di colmare quel vuoto commissionando a un artista locale le due ceramiche sottratte, anche per far recitare nuovamente al paese il ruolo di città d’arte. Negli anni ’60 Verucchio era una sorta di cittadella di artisti, grazie soprattutto a Gerardo Filiberto Dasi, compianto fondatore Pio Manzù: organizzava convegni di pittori, scultori, ceramisti che spesso lasciavano poi le loro opere nel paese. Tracce di ceramiche sono sparse in tutta Verucchio. Quelle di via Rocca vennero rubate e mai più recuperate. A distanza di anni, il Comune ha deciso di chiudere quella ferita affidando a Ottavio Celli le due ceramiche. "Della prima esistevano solo delle fotografie, per cui ho realizzato una copia – racconta Celli – dell’altra solo un’immagine sbiadita in bianco e nero: per questo motivo l’ho rimodellata". Le opere sono già state realizzate dall’artista e insieme ad altre, commissionate dal Comune per i portici di piazza Malatesta, verranno inaugurate il 10 giugno. Le ceramiche, che raffigurano le quattro stagioni, rappresentano una produzione importante (di 2,10 metri per 60 centimetri), per la quale Celli ha impiegato tanto tempo e molte energie.

m.c.