"Vi racconto le storie di un’Italia Mundial"

Federico Buffa da tutto esaurito a Riccione: "Porto sul palco gli eroi dell’82 a quarant’anni da quell’impresa calcistica e nazionale"

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di Nives Concolino

Sarà Federico Buffa, accompagnato al pianoforte da Alessandro Nidi, a rialzare il sipario della rassegna teatrale ’La bella stagione-Spazio Tondelli on the go’, quest’anno ospitato al Palazzo del Turismo. Il popolare giornalista e telecronista sportivo stasera (già sold out) e domani in replica alle 21, sarà a Riccione con il monologo Italia Mundial, omaggio alla Nazionale di Bearzot, campione del mondo nel 1982. Un’occasione per rivivere l’emozionante notte del Bernabeu con i suoi protagonisti e i momenti più esaltanti: i goal di Paolo Rossi, l’urlo di Marco Tardelli, le parate magistrali di Dino Zoff e il finale con l’esultante Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Una serata che celebra anche il quarantennale?

"E’ molto più una pagina della storia italiana di quanto non sia una pagina sportiva. Data la collocazione temporale , ossia venendo dagli anni di piombo da una conflittualità sociale fuori dalla norma. In tante occasioni le vittorie sportive sono state fondamentali, in tanti momenti lo sport coagula più facilmente le altre vicende della nostra vita".

Dunque cosa racconterà?

"Soprattutto la storia dei nostri giocatori, sono loro in realtà gli autori di questo testo, mi hanno raccontato il 90 per cento di quello che li riguarda, così Dino Zoff, Enzo Bearzot, Marco Tardelli, Ciccio Graziani, Bruno Conti e, in parte anche Paolo Rossi. Le loro storie si fondono con l’Italia di allora. Non è un caso che siano ricordati con affetto più loro che i calciatori del 2006. Quelli del 1982 erano più vicini a chi li seguiva".

Il motivo?

"La maggior parte di loro era andata a lavorare. A 14 anni non avevano il procuratore, ma i genitori che volevano si diplomassero e andassero a lavorare. Il pallone veniva dopo. Così Tardelli faceva il cameriere Gentile e Zof gli operai, Conti consegnava le bombole del gas, c’era una vicinanza con la gente allora. Adesso i giocatori mi sembrano un po’ freddi e distaccati".

Cosa racconta di Pablito e dei suoi superlativi goal?

"Con lui andiamo a spasso nella sua vita, raccontando anche come Bearzot l’abbia aspettato. Rossi era stato assolto dalla giustizia ordinaria, ma non dalla sportiva per lo scandalo del calcio-scommesse, umiliato dalla stampa. Era squalificato fino a marzo dell’82, fermo da due anni per cui non lo si sarebbe rimesso in nazionale, ma Bearzot si è fidato più della persona che del buon senso, sapeva che Paolo era apprezzato dagli amici, lo ha aspettato e lui l’ha premiato".

Che dire invece di Bearzot, Zoff e Pertini?

"Bearzot è il preferito della mia storia, che inizia e finisce con lui. Zoff non si allenava con i compagni, ma col suo preparatore atletico. Anche Pertini ha tanto spazio, una parte mi è stata raccontata all’Ambasciata italiana di Berlino".

E dell’Italia ancora una volta esclusa dai Mondiali cosa ne pensa?

"La prima volta è triste, ma la seconda consecutiva è un danno da tutti i punti di vista, è impressionante, impensabile, non può succedere. Anche le vicende giudiziarie ci fanno capire che il calcio italiano avrebbe bisogno di ripensarsi, resta la passione degli italiani e il grande business, è però evidente che il sistema non funziona".

Cos’altro ha in cantiere?

"Sono in tournée con ‘Amici fragili’, incontro tra Luigi Riva, capocannoniere del calcio azzurro di tutti i tempi, e Fabrizio De André, sublime cantautore".