Via la mascherina: finalmente, o forse no

Cade l’obbligo di indossarla al chiuso, ma per molti le regole non sono chiare. Viaggio tra negozi, bar e uffici di Rimini

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In una panchina di piazza Cavour sono seduti due signori sulla settantina. Sono appena usciti da un bar e chiacchierano come ieri. Un dettaglio li distingue e lo si nota mentre escono dal locale: uno porta la mascherina, l’altro no. Secondo giorno senza mascherine, ma non è chiaro a tutti chi sia obbligato a portarla e quali siano i luoghi in cui è ancora richiesta. Nei ristoranti e nei bar non lo è più e finalmente cuochi e baristi tirano un respiro di sollievo: "Si sta benissimo e siamo felici. Finalmente ci si guarda in faccia", dice Mattia Valeriani del Teatro Bistrot. Anche se non è così scontato abituarsi: "Qualcuno è entrato con la mascherina ancora sul naso e anche a me viene ancora spontaneo cercarla", continua. C’è, poi, chi la vuole indossare per precauzione, come Giada Ragonesi del Mythos Cafè: "Ho un bimbo piccolo e ho passato il Covid, preferisco continuare a tenerla, soprattutto con clienti che non conosco".

Sono altri, invece, i dipendenti che non possono scegliere. Come Alex Canadei. Lavora al Conad e porta la mascherina rigorosamente sul naso. Mentre parla, alla cassa una fila di persone che, ancora, riflette una comunità un po’ confusa (o forse cauta), visto che su 5 persone, 3 indossano la protezione. "Noi dipendenti siamo obbligati, è una scelta aziendale. E comunque, anche oggi tanta gente è entrata con la mascherina come se non fosse cambiato niente". Se per alcuni non c’è scelta, per altri il problema è capire se l’obbligo ci sia o meno. Un po’ come succede per chi deve recarsi in farmacia. "C’è un po’ di confusione. Anche noi facciamo fatica a dare regole chiare ai clienti", spiega Mattia Cioli della farmacia Dupré. "A volte le farmacie sono considerate presidi sanitari, quindi la mascherina sarebbe obbligatoria. Altre come locali commerciali, in questo caso la mascherina non serve più", spiega il farmacista. Fra i titolari dei locali più piccoli c’è anche chi sceglie (pur non avendo l’obbligo), di continuare a indossare i dispositivi per un motivo ben preciso, perché al di là della paura di essere contagiati, c’è anche una questione economica: "I miei clienti mi arrivano a pochi centimetri dalla faccia. Se prendessi il Covid, dovrei chiudere, avendo solo una commessa non me lo posso permettere", spiega Gloria Schiavoncini, titolare del negozio Pinocchio.

Da piazza Cavour verso piazza Tre Martiri, una voce fuori dal coro. Dominique Mazzeu porta ancora la mascherina perché, semplicemente, si piace di più: "Io adesso mi vedo meglio con la mascherina", niente a che fare con motivi di salute, insomma. In generale, soprattutto le persone più anziane appaiono confuse. C’è chi teme di essere contagiato e chi semplicemente non ha ancora capito qualsi siano i luoghi, gli uffici, i locali in cui si potrà finalmente entrare senza coprirsi naso e bocca. Ma una cosa è più certa di altre: se ci vorrà qualche giorno per abituarsi alle nuove regole, molti di più serviranno per dimenticarsi di quei gesti ormai involontari che hanno accompagnato per più di due anni ognuno di noi: mascherina al braccio, in borsa, dentro al cruscotto dell’auto e pronta all’uso.