
Asi (Ariminum sviluppo immobiliare) ha depositato l’altro ieri al Comune di Rimini le osservazioni riguardanti la procedura amministrativa prodromica all’esproprio avviata dall’Amministrazione nei suoi confronti e relativa ad una porzione di terreno di via Ugo Bassi, allo scopo di realizzare edilizia sociale e pubblica. "L’opposizione all’avvio del procedimento unico è un atto dovuto, a vantaggio dell’interesse pubblico e della sicurezza, perché non si può far vivere famiglie fragili e bambini a contatto con un contesto così degradato ed insicuro, quotidianamente teatro di microcriminalità", così una nota di Asi.
"Già di per sé l’utilizzo di quei fondi regionali, ottenuti prevalendo su altri territori e puntando anche sulla riqualificazione, dovrebbe generare l’inevitabile riflessione della Regione Emilia-Romagna, che riteniamo non possa esimersi dal pronunciarsi sulla coerenza del procedimento avviato dal Comune di Rimini. Asi evidenzia che di fatto offre una soluzione al Comune. Garantisce la cessione gratuita di aree sulle quali realizzare gli alloggi Erp ed Ers, e al contempo consente di procedere all’indispensabile riqualificazione dell’intero compendio e quartiere. Come e con quali scelte, finora purtroppo non è stato possibile discuterlo".
A tal proposito Piero Aicardi, amministratore unico di Asi commenta: "Ci tuteleremo in ogni sede, porteremo all’attenzione del governo questo atteggiamento inspiegabile del Comune e della Regione. Di fronte ad una proposta concreta, su un tema così delicato e attuale, il Comune è silente. Abbiamo inviato numerose richieste per chiedere un incontro, non ci hanno nemmeno risposto. L’unica apertura al dialogo è stata l’interminabile serie di prescrizioni pervenuteci tramite la Polizia Locale per mettere in sicurezza l’immobile. Basta poco per comprendere che un’area del genere è impossibile da proteggere dalle incursioni di malintenzionati che, sia chiaro, compiono un reato introducendosi abusivamente all’interno".
Marco Da Dalto, responsabile progetto Rimini Life: "A noi pare che il Comune sia interessato solo a prendere tempo: quello necessario al Pug, quello generato dal silenzio, quello di un iter legale che si trascinerà a lungo. Abbiamo spiegato più volte che la superficie di vendita resta di 1.500 metri, il progetto depositato in Comune chiarisce inequivocabilmente che non è un centro logistico. Basta leggere con attenzione il progetto. Non è vero che siamo disposti a discutere tutto tranne il supermercato. Abbiamo fatto una proposta ulteriore. Non abbiamo risposte e ci si arrocca ponendo sempre al centro di tutto un’area di vendita di 1500 mq in un compendio quasi venti volte più grande. Sta emergendo davvero qual è il punto. Parlare di mega strutture commerciali, è un modo per alzare fumo. I riminesi sanno cosa significa mega struttura commerciale e catalogare così un supermercato di 1500 mq è una forzatura senza fondamento. Così come addebitarci di anteporre Rimini Life – che non è solo un supermercato, anche se le piace farlo intendere – all’edilizia popolare è strumentale da parte sua. Dovrebbe, sindaco, rispondere chiaramente ad una domanda: è possibile oggi, nel 2023, pensare di realizzare edilizia pubblica e sociale di fronte ad un’area del genere, sostanzialmente impossibile da proteggere dalla delinquenza e dal degrado, senza immaginare un più ampio progetto di rigenerazione di quanto è intorno? A chi conviene questo? Cominciamo a temere, viste anche le dichiarazioni di LegaCoop Romagna, che ci sia poco di interesse pubblico in questo atteggiamento ostruzionistico e ostativo".