Viaggio al mercato coperto dove il carrello è più leggero

Su alcuni prodotti rincari fino all’11 percento. E c’è chi il pesce ha deciso di non acquistarlo più

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di Giuseppe Di Matteo

"Le sembra normale che le patate siano arrivate a costare due euro al chilo?". Mario Renzonigo, 82 anni, si lascia andare mentre attende il suo turno al banco macelleria del mercato coperto di Rimini. Da queste parti si fa vedere spesso anche Valerina Modri, che di anni ne ha 74. "Ho rinunciato al pesce, è diventato troppo caro. Ma alla frutta no". Poco distante c’è il panificio dove lavora Alice Ferrari, 56 anni. "Sono le 11 e ancora non ho venduto il pane – sospira –. Mi dica lei". Fare la spesa costa di più, e lo dimostrano anzitutto numeri. Stando ai dati di Federconsumatori Rimini, che ha confrontato i prezzi dei generi alimentari rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, i rincari più pesanti riguardano il pane e i cereali (+9,7 percento), la carne (+11,4), il pesce (+7,1), il latte e i formaggi (+8,5), la frutta (+9,7) e la verdura (+6,1). E così il carrello dei riminesi diventa sempre più leggero.

Una fotografia della crisi, acuita dalla guerra in Ucraina e dall’aumento del prezzo del carburante e dell’elettricità, che diventa ancor più nitida facendosi un giro al mercato coperto, dove all’ora di punta è un viavai di carrelli e confidenze. Non si rinuncia a nulla, a diminuire sono però le quantità. "C’è poco da fare, la gente spende meno". Derbal Zahreddine, 54 anni, gestisce un banco pescheria. Prima di servire i clienti in attesa mostra la sua mercanzia. "Ormai si sta attenti anche a 20 euro, c’è molta ansia. Vale pure per noi: in alcuni casi i prodotti all’ingrosso sono arrivati a costare il doppio". I fruttivendoli si sbottonano meno. Ci vuole un po’ per convincere Marco Magnanelli, 27 anni, a dire la sua. "Qualcosa è aumentato – spiega – ma non vedo tutta questa differenza. Più o meno vendiamo come prima, anche se a volte si preferisce mettere meno cose nel carrello. Alcuni prodotti, poi, non stanno arrivando. Colpa della siccità".

Non la pensa così Katia Veneziano, che fa capolino dal suo caseificio: "È aumentato tutto – ringhia – . Ma se le materie prime costano di più e la benzina pure, questi sono i risultati. Addio alla vaschetta piena di formaggi, ci si accontenta del cucchiaino, del semplice assaggio. Ma c’è anche un altro problema da affrontare". Prima di farlo si prende una pausa: "Noi guadagniamo meno, ma gli affitti non calano. Anzi, aumentano".