
Viaggio nei bazar. In vendita lame, pugnali e gadget di Mussolini
Rimini, 6 luglio 2025 – Lo schema si ripete identico ed immutabile da Miramare fino a Marina centro. Un bazar e un minimarket, un bazar e un minimarket... e così via per chilometri, lungo tutti i viali delle Regine. Una sequenza infinita di negozietti cinquanti metri l’uno dall’altro, intervallati qua e là da gelaterie, bar, ristoranti. Sparute attività gestite da riminesi doc resistono e sopravvivono in questa giungla dello shopping multietnico, come gli ultimi giapponesi nel Pacifico. Ma la maggior parte delle botteghe è guidata da commercianti stranieri. Pakistani, bengalesi, nordafricani.
E’ qui che i turisti, diretti verso la spiaggia o di ritorno in hotel, si fermano a fare compere. Tra i teli da mare e le creme solari, tra le ciabatte di plastica e i materassini gonfiabili, ecco spuntare degli articoli che non ti sogneresti mai di vedere in vendita su questi scaffali. Pugnali. Coltelli a serramanico. Nunchaku. Qualche machete in miniatura. Armi vere e proprie, con lame affilate e taglienti. Roba che ti aspetteresti di trovare al cinturone di Rambo. O nell’equipaggiamento di un unità paramilitare. Non certo in vetrina tra le magliette con la scritta I love Rimini e i cappellini fucsia residutati della Notte Rosa.
I coltelli, a quanto pare, sono gettonatissimi. Il 19 giugno gli agenti della polizia locale di Rimini ne avevano sequestrati oltre 200, in bella mostra dentro un bazar di Miramare. C’erano coltelli a serramanico, altri con lama a mezzaluna – tipici di alcune arti marziali – machete, tirapugni con lama incorporata e persino piccole asce. L’intero materiale è stato confiscato dai vigili, mentre per il titolare del negozio – un cittadino straniero – è scattata la denuncia per detenzione e vendita abusiva di armi. Gli agenti avevano rinvenuto anche una pistola giocattolo priva del tappo rosso.
Nonostante i controlli, però, c’è chi continua tranquillamente ad esporre lame e coltelli assortiti. A Rivazzurra, ad esempio, ci imbattiamo in una vetrinetta – chiusa a chiave, ma affacciata direttamente sul viale – piena zeppa di pugnali, taglierini, roncole e coltelli a lama fissa o richiudibile. Ad occhio è difficile dire se si tratti di merce vendibile liberamente. Quel che è certo è che alcuni articoli hanno un aspetto tutt’altro che innocuo. Altri negozianti invece preferiscono ‘imboscare’ le armi bianche sul retro, camuffate tra caricabatterie, cover del cellulare e costumi hawaiani.
Convivono serenamente accanto all’altra grande protagonista dell’estate: la bambola Labubu. Amatissima da vip e star della musica, venduta a cifre record (per alcune si arriva a mille euro) in tutto il mondo, tra Marebello e Bellariva se ne possono trovare di tutti i tipi e colori ad un prezzo irrisorio. Inutile dire che si tratta di ‘tarocchi’, fatti però a regolare d’arte. Tanto basta, ad onor del vero, a fare la felicità dei bambini strillanti appresso alle famigliole in vacanza.
Dai bazar ai minimarket. Qui ad andare per la maggiore sono le bottiglie di vino con i volti di Mussolini e Hitler. Cimeli per nostalgici e gadget del Ventennio che sembravano spariti dai radar. E invece... toh, chi si rivede. Rieccole lì, sugli scafalli, una moda che sembra non tramontare mai. Il titolare del negozio, quasi sempre, non spiccica una parola di italiano. Forse non sa nemmeno chi è quella figura impettita in camicia nera ritratta sull’etichetta di Sangiovese. E comunque ce n’è per tutti i gusti, o meglio, per tutti gli orientamenti politici. Nei minimarket non mancano infatti le bottiglie con Che Guevara, Stalin e Putin.