Rimini, la vendetta dell’ex: invia a scuola video hot

Finisce nei guai un 29enne che non accettava di essere stato lasciato da una ragazzina. La denuncia partita dalla preside

Revenge porn

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Rimini, 4 maggio 2022 - Non accetta la fine della relazione e spedisce un video hot, rubato in un momento di intimità, alla preside della scuola frequentata dalla ragazza. Questa è l’accusa ipotizzata dagli inquirenti nei confronti di un 29enne originario del Sud Italia. Per lui la Procura di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di atti persecutori e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Un nuovo episodio di ‘revenge porn’, almeno secondo la ricostruzione dagli investigatori e secondo la testimonianza della vittima, una giovane della provincia di Rimini all’epoca dei fatti non ancora maggiorenne. La vicenda, stando alla denuncia presentata dalla famiglia, risale all’autunno del 2020, quando tra l’uomo e la minore scocca il colpo di fulmine. I due, nonostante la distanza che li separa, iniziano a frequentarsi e a trascorrere del tempo insieme.

Le cose però non vanno come dovrebbero, perché dopo di un po’ lui comincia ad essere troppo possessivo nei confronti della giovane fidanzata. Una escalation di gelosia, che alla fine convince la ragazzina a troncare il rapporto. Per lui, però, il capitolo non è affatto chiuso: non riesce a digerire quella decisione e non accetta che lei possa avere altri uomini nella sua vita. E’ a questo punto, stando alla ricostruzione degli inquirenti, che inizia la persecuzione. L’indagato affida la sua ‘vendetta’ ai social network. Comincia a bombardarla di minacce e offese di ogni tipo attraverso WhatsApp e Instagram. Messaggi dai toni inquietanti, che se la prendono con la ragazza e con la sua famiglia. Per rendere ancora più ‘virale’ la sua ritorsione, crea una serie di profili anonimi, tappezzandoli di insulti sempre più pesanti.

La minaccia più terribile, che fa correre un brivido lungo la schiena alla vittima, è però quella di divulgare in rete un video a luci rosse. Video realizzato a insaputa della ragazza, e che l’uomo si dice pronto a diffondere nella grande Rete. Non deve passare molto tempo perché, sostiene l’accusa, decida di passare dalle parole ai fatti. Non pago di aver caricato il video su Instagram, decide di spedirlo anche all’istituto superiore frequentato dalla studentessa. Il personale scolastico, vedendo la clip, resta esterrefatto e lo segnala immediatamente alla dirigente scolastica. Che, senza perdere tempo, contatta immediatamente la Polizia postale. Per gli agenti, a quel punto, non è stato difficile risalire all’identità di chi aveva inoltrato il file.La Procura ha aperto un fascicolo per ricostruire i fatti. Si arriva così all’udienza preliminare, svoltasi davanti al gup del tribunale di Rimini, che ha accolto la costituzione di parte civile da parte della famiglia della giovane, assistita dall’avvocato Milena Montemaggi. La prossima udienza si terrà a novembre.