Violenza sessuale sulla figlia di 15 anni: arrestato a Rimini

L’uomo, 56 anni, è accusato di avere abusato più volte della ragazzina: a denunciarlo è stata la moglie

La ragazzina di 15 anni ha accusato il padre di averla molestata sessualmente

La ragazzina di 15 anni ha accusato il padre di averla molestata sessualmente

Rimini, 16 giugno 2021 - Arrestato con la peggiore delle accuse: violenza sessuale nei confronti della figlia adolescente. L’uomo, 56 anni, sudamericano, è stato arrestato ieri mattina dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore, Davide Ercolani. A denunciarlo è stata la moglie, dopo che la ragazzina si era rivolta a lei disperata.

"Mamma non ce la faccio più". Mentre pronunciava queste parole, la 15enne si era puntata un coltello da cucina al petto. La donna aveva pensato che la reazione della figlia fosse dovuta al fatto che il padre le aveva requisito il cellulare per punizione, e che stava andando a prendere la cintura per colpirla. Ma quando la ragazzina era fuggita in camera sua e la madre l’aveva raggiunta, era saltato fuori ben altro. Con l’aiuto della sorella maggiore, la giovane aveva raccontato alla mamma che il babbo la toccava, e non come un papà avrebbe dovuto toccare la figlia. La stessa cosa, aveva poi confessato la maggiore, che era accaduta anche a lei in passato.

La donna era rimasta sotto choc. Ma passato il primo momento di smarrimento, due settimane fa si è rivolta alla Polizia. Lei non aveva mai sospettato nulla, ed era difficile credere che il marito avesse molestato sessualmente le figlie. Molestie pesantissime che la minore continuava ancora a subire. Gli investigatori avevano sentito la 15enne, alla presenza di una psicologa- psicoterapeuta, per capire quanto fosse attendibile e cercare di ricostruire fatti che apparivano gravissimi. Ma anche nel corso dell’audizione protetta, l’adolescente aveva mantenuto la sua versione, aggiungendo altri particolari. Come quello ad esempio che dopo averla toccata, il padre le chiedeva scusa piangendo, ma che questo non gli impediva di rifarlo ogni volta che gli si presentava l’occasione. Lei all’inizio lo aveva perdonato, ma poi non ce l’aveva fatta più.

Gli inquirenti alla fine hanno concluso che la ragazzina stava dicendo la verità, e hanno chiesto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che il giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini, ha emesso seduta stante. Giudicando l’uomo "capace di calpestare anche il sentimento genitoriale pur di dare sfogo ai propri istinti sessuali".