Violenza sessuale su una minore Giovane finisce a processo

Violenza sessuale su una minore  Giovane finisce a processo

Violenza sessuale su una minore Giovane finisce a processo

La vacanza dei sogni in Riviera in compagnia delle amiche di sempre trasformata in un incubo a causa di un presunto episodio di violenza sessuale. Un episodio che, secondo la ricostruzione dei carabinieri, si sarebbe consumato nel bagno di un residence di Riccione nel luglio del 2021. La vittima, una ragazzina della provincia di Milano all’epoca dei fatti non ancora maggiorenne, aveva puntato il dito contro un 18enne della provincia di Verona, appartenente ad una comitiva di ragazzi che soggiornava nella stessa struttura delle ragazze.

Difeso dagli avvocati Guariente Guarienti e Paolo Guarienti del foro di Verona, il giovane – nei cui confronti sono stati ipotizzati i reati di violenza sessuale aggravata e lesioni personali – ha scelto la strada del rito abbreviato. Il gup ha ammesso la richiesta, fissando la discussione per il 25 ottobre prossimo, alla presenza anche del sostituto procuratore Davide Ercolani, titolare dell’inchiesta.

L’imputato, dal canto suo, si è sempre difeso parlando di un rapporto consenziente: versione confermata anche dagli altri ragazzi, suoi amici, che in quel momento si trovavano con lui nella stanza del residence. Le due comitive – i ragazzi veronesi e le ragazze milanesi – si erano conosciute durante quel periodo di vacanza in un residence della Perla Verde. Tra i giovanissimi era nata subito un’amicizia e, dopo una serata trascorsa in giro nei locali, la 17enne si era ritrovata in camera a bere birra in compagnia dei veronesi, mentre le amiche erano andate a letto. Lei e il 18enne erano usciti insieme sul balcone, iniziando a scambiarsi delle effusioni. Dopo i primi baci, entrambi avrebbero deciso spontaneamente – e quindi senza alcuna forma di costrizione – di appartarsi in bagno.

A questo punto la 17enne sostiene di essere stata costretta a subire un rapporto sessuale completo contro la sua volontà. A nulla, afferma, sarebbero valsi i suoi tentativi di opporsi.

La ragazza aveva quindi raccontato tutto alle amiche, che avevano allertato i carabinieri. In pronto soccorso, i medici che l’avevano visitata avevano riscontrato segni compatibili con un sospetto abuso oltre a lesioni considerate guaribili in 7 giorni e un tasso alcolemico di 1,01 gl.