Zaghini: "Non era dell’Urss ma una bandiera comunista"

La bandiera della discordia. Lega e Bene in comune non hanno

mandato giù il fatto che, durante le celebrazioni del 25 aprile e

dell’1 maggio a Santarcangelo, c’è stato chi ha sfilato con la bandiera con falce e martello. Per la minoranza "è una vergogna", visto il momento che stiamo vivendo con la guerra della Russia all’Ucraina. "Chissà se Alice Parma, Paola Donini e il suo Pd, e tutta la maggioranza avranno la decenza di dire due parole per dissociarsi da questa vergogna – rincara la dose dalla Lega il consigliere Gabriele Stanchini – Finora solo un gran silenzio".

E la sindaca Alice Parma preferisce continuare a restare fuori dalla querelle. Chi parla, eccome, è invece l’ex consigliere Roberto Zaghini. Era lui a sventolare il bandierone rosso durante i cortei, e lo rifarebbe. "Le osservazioni fatte dai consiglieri della minoranza mostrano ignoranza, storica e culturale. Quella non è la bandiera dell’Urss, ma del Pci". Zaghini, che ha un lungo passato prima nel Pci e poi in Rifondazione, rivendica con orgoglio il fatto e la storia del comunismo in Italia, il suo ruolo "nella Resistenza e a fianco dei lavoratori. C’è stato un periodo storico in cui gli operai si identificavano con il glorioso partico comunista italiano". Detto questo, "a Samorani e agli consiglieri della minoranza faccio presente che associare il dittatore Putin al comunismo è una strumentalizzazione". Poi Zaghini provoca l’opposizione così: "Ricordo che la loro coalizione alle ultime amministrative di Santarcangelo era rappresentata da partiti come Lega e Forza Italia i cui leader, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, erano appassionati sostenitori di Putin". Insomma, per Zaghini il caso "è già chiuso e mi auguro che non ci saranno più motvi di discussione e di divisione in occasione di queste due importanti celebrazioni".