Francesca, santa o peccatrice?

A Castel Sismondo la presentazione del libro di Ferruccio Farina dedicato all’icona dell’amore

Paolo e Francesco di William Dyce, olio su tela, 1845

Paolo e Francesco di William Dyce, olio su tela, 1845

Rimini, 20 novembre 2019 - Chi è Francesca? La peccatrice lussuriosa condannata da Dante a scontare i suoi peccati all’Inferno oppure l’icona dell’amore che con i suoi baci tutto vince? Insomma, meretrice o santa? Un destino comune a milioni di donne vissute prima e dopo Francesca da Rimini. Un dubbio che Ferruccio Farina, l’autore di ‘Francesca da Rimini. Storia di un mito‘, non svela ma disseziona, lasciando la ‘sua’ eroina in un purgatorio virtuale. Uno sguardo indulgente alla Francesca guerriera, senza assolvere, l’altra, del tutto. Farina cosa s pinge un ex direttore di banca a dedicare vent’anni di vita a una giovane donna vissuta otto secoli fa? «Mi sono appassionato alla storia dei Malatesta, a temi apparentemente provinciali ma che hanno un respiro più ampio. Francesca da Rimini è un personaggio internazionale, che ha ispirato sommi poeti e combattenti, movimenti rivoluzionari e travolgenti passioni. La sua storia si rifà a valori universali: amore, morte, libertà e fedeltà». Lei parla di due Francesche, ma è evidente che ne ama soltanto una. «Non sono mai stato attratto da racconti svenevoli e sdolcinatezze, fino a quando ho avuto tra le mani uno straordinario testo scritto nel 1795 dal poeta giacobino Francesco Gianni, che ne fa un’eroina dell’amore e della libertà. E la trascina così fuori dall’Inferno, facendone una sorta di santa laica, da collocare sulle barricate italiane e francesi e da consacrare come protettrice di tutti gli innamorati». Mentre quella dantesca, la peccatrice, deve bruciare all’Inferno. Ci vuole coraggio a sostenerlo ai tempi del #Metoo. «Non do alcun giudizio morale, mi limito a fare il mestiere dello storico. Il mio è un approccio filologico, che parte dal censimento delle opere dedicate a Francesca da Rimini, oltre duemila o giù di lì». Dall’iconografia del bacio alle mani insanguinate di Marianna. Un bel salto, non crede? «Il mito di Francesca ha entusiasmato i movimenti rivoluzionari dell’Ottocento europeo. Dove appare sempre come una figura bellissima, virtuosa e coraggiosa. L’amore casto o carnale di Francesca diventa l’emblema della vittoria contro le ingiustizie e le oppressioni. Musa per i patrioti disposti a combattere per le libertà individuali, compresa quella di scegliere chi amare. Non è cosa da poco, soprattutto per quei tempi». E oggi, invece, chi sarebbe Francesca? «Non è una delle chiassose dive alla ricerca di pubblicità. È, piuttosto, ognuna delle donne, milioni al mondo, che lottano in silenzio per sottrarsi a violenze e imposizioni. Francesca è libertà, rispetto della vita e bellezza. È un ideale del quale c’è ancora tanto bisogno e che ogni persona civile deve affermare con forza nel quotidiano». Ferruccio Farina presenterà il suo libro sabato alle 17 a Castel Sismondo con Michele Brambilla, direttore di Qn e Resto del Carlino, Natascia Tonelli, dantista e docente all’Università di Siena, e il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi.