Rimini, il Museo della Città avrà un nuovo percorso espositivo: al via lavori ‘rivoluzionari’

Innovazione nell’ala che va dall’Alto Medioevo al Rinascimento per restituire ai visitatori un’esperienza immersiva tra le opere. Ma è ancora dibattito sull’anfiteatro romano

"La Pietà" di Giovanni Bellini (1470) al Museo di Rimini

"La Pietà" di Giovanni Bellini (1470) al Museo di Rimini

Rimini, 22 febbraio 2023 – Cambiamenti per la proposta culturale di Rimini. Al via dal 27 febbraio i lavori per un nuovo percorso espositivo del Museo della Città. In cantiere, un cambiamento “rivoluzionario” dell’ala dall’Alto Medioevo fino al Rinascimento.

La notizia cavalca l’onda dello scontro in Consiglio comunale sull’annosa questione della riqualificazione dell’anfiteatro, altra perla del Riminese e poco conosciuta. Ma andiamo per gradi.

Il progetto al Museo della Città

L’idea è quella di riorganizzare la proposta espositiva del museo di Rimini, uno dei più importanti dal punto di vista delle collezioni civiche italiane e anche molto ricco, considerando che custodisce opere che vanno cronologicamente dalla preistoria al Medioevo, e dal Rinascimento fino ai giorni nostri.

In particolare, i lavori ‘rivoluzionari’ di ristrutturazione interesseranno l’ala dall’Alto Medioevo al Rinascimento. Alla base del progetto la divisione in 13 sezioni e una narrazione che sappia orientare il visitatore verso una costruzione di senso tra le opere. L'obiettivo è fare del Museo della Città "un luogo non solo di apprendimento ma anche di esplorazione, non solo di conservazione ma anche di emozione e stupore, con contenuti più accessibili e comprensibili e un'esperienza di visita più appagante", spiega il Comune.

Il Museo della Città presenta infatti "una varietà di linguaggi enorme, difficile da gestire e comunicare, ma che è la sua ricchezza – ha spiegato il direttore dei musei di Rimini, Giovanni Sassu –. Il nuovo linguaggio della nuova porzione dell'Alto Medioevo e del Rinascimento del Museo della città si basa essenzialmente su un principio fondamentale dei musei moderni, che è la narrazione. Raccontare quello che si espone, ciò che questi oggetti hanno rappresentato nella loro funzione originaria”.

I lavori

In cantiere, che partirà ufficialmente il 27 febbraio, ci sarà un aggiornamento dell'illuminazione e l'integrazione con sistemi tecnologici per un'esperienza immersiva, tra sculture, dipinti, medaglie e ceramiche. Le opere, circa 400 in tutto, parleranno attraverso accostamento di oggetti con oggetti, grazie a illustrazioni e inserti multimediali.

“L'intenzione - ha aggiunto il progettista Lorenzo Greppi - è quella di non disorientare il visitatore, di non tediarlo con migliaia di oggetti tutti uguali, ma di raccontare, generando senso e significato, la storia di questa stratificazione tra epoche e periodi diversi”.

Il progetto, dal valore di 600mila euro, è stato finanziato per metà dal ministero della Cultura e per metà dal Comune di Rimini; e interesserà circa un quarto del percorso espositivo e ne ridisegnerà le modalità di fruizione, spiega la Giunta. 

E l’anfiteatro romano?

Sulle rovine dell’anfiteatro romano di Rimini è scontro in Comune. L’annoso dibattito sulla riqualificazione delle rovine e sul futuro del polo educativo Ceis, che dal 1946 sorge su di esse, ancora non conosce fine. Ripristinare l’antica arena o supportare il villaggio dei bambini?

Nel corso del consiglio comunale di ieri sera, 21 febbraio, la Giunta ha comunicato l'intenzione di finanziare “una nuova serie di monitoraggi e campionamenti archeologici per verificare cosa davvero ci sia ‘sotto’”, spiega il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, riferendosi al centro italo svizzero fondato nel dopoguerra da Margherita Zoebeli.

E prosegue: “Perché se è vero che sappiamo bene cosa c'è sopra, sul 'sotto' la polemica pluridecennale oscilla tra il 'nulla' e il 'tutto'. Il dibattito ha bisogno di elementi certi, perché di opinioni, anche volgari e offensive contro il Ceis, ne abbiamo sentite anche troppe”.

Ad ogni modo, il sindaco ha chiesto di "affrontare il tema con un approccio non strumentale e non ideologizzato, rinunciando ad una contrapposizione sterile tra due fazioni, quella 'pro Ceis' e 'pro anfiteatro”. Il Ceis è "patrimonio della comunità e mi dispiace leggere e sentire che venga usato come elemento divisivo", ha poi ammonito.

Insomma, il Comune vede la campagna di scavi come un primo passo verso la valorizzazione dell’anfiteatro dove il Ceis resta parte attiva del percorso, così da salvaguardare il futuro della scuola d Margherita Zoebeli e divenuta un modello