Rimini, i prigionieri ebrei che furono costretti a lavorare nelle camere a gas

Al teatro Galli domenica 20 novembre il convegno internazionale "Testimoni dello sterminio. I prigionieri ebrei dei Sonderkommando"

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Rimini, 16 novembre 2022 - Nell’anno in cui ricorre il decimo anno della sua scomparsa, la città di Rimini ricorda Shlomo Venezia, con un evento di eccezionale livello accademico, aperto a tutti. Domenica 20 novembre il Teatro Galli ospita infatti il primo convegno internazionale sui Sonderkommando, “Testimoni dello sterminio. I prigionieri ebrei dei Sonderkommando”. Una giornata di studi e di approfondimento storico sui prigionieri ebrei che furono costretti a lavorare nelle camere a gas dei centri di assassinio, non solo ad Auschwitz ma anche a Chelmno, Belzec, Sobibòr e Treblinka. Il convegno è promosso dal Comune di Rimini insieme alla Fondazione Museo della Shoah di Roma e al Mémorial de la Shoah di Parigi, con la collaborazione del Museo di Auschwitz e dell’Istituto storico della Resistenza di Rimini. Il simposio tratterà un capitolo di storia della Shoah molto poco conosciuto, mettendo a confronto relatori ed esperti di vari Paesi (Peter Klein, Igor Bartosik, Carlo Saletti, Laura Fontana) che affronteranno il tema da prospettive diverse, tra storia, memoria e letteratura. Testimoni dello sterminio, dal titolo scelto per il convegno, è una definizione che sottolinea la situazione tragicamente eccezionale di questo piccolo gruppo di detenuti, risparmiati solo temporaneamente dall’uccisione, ai quali le SS delegavano il compito peggiore: accompagnare le vittime al luogo della loro messa a morte, recuperare ogni oggetto di valore (denti, protesi, vestiti, scarpe, persino i capelli delle donne), seppellire o incenerire i cadaveri per far sparire ogni traccia del crimine. Obbligati ad un compito orribile, i Sonderkommando non avevano speranza di rimanere in vita, ma venivano periodicamente eliminati e sostituiti con altri prigionieri.

Il giovane italiano Shlomo Venezia, perseguitato e deportato con la sua famiglia da Salonicco nel 1944 perché ebreo, fu scelto col fratello e un cugino per la squadra speciale di lavoro (Sonderkommando) assegnata ai grandi crematori di Birkenau dove ogni giorno venivano assassinate e incenerite diverse migliaia di famiglie ebree, tra cui anche 9000 persone catturate in Italia (Rodi compresa). Tra i pochissimi superstiti al mondo dei Sonderkommando, Shlomo Venezia, nel dopoguerra si ricostruisce una vita e una bellissima famiglia, scegliendo negli anni Novanta di dedicarsi alla testimonianza. “A Shlomo ci lega un enorme debito di gratitudine - sono le parole di Laura Fontana, Responsabile dell’Attività di Educazione alla Memoria - per i tanti viaggi ad Auschwitz, con insegnanti e studenti di Rimini, ai quali ci ha accompagnato, guidandoci coi suoi tragici ricordi, ma anche per le numerose volte in cui è venuto a Rimini a raccontare la sua terribile storia. Del resto è stata proprio Rimini, con “Shlomo. Un testimone”, di Giancarlo Sormani, a realizzare nel 2003 il primo film sulla sua storia”. Non poteva quindi che tenersi a Rimini il primo convegno di studi sul destino di questi prigionieri ebrei, segnando anche per i rari sopravvissuti un trauma indelebile e in parte indicibile. “Non ho più avuto una vita n ormale.... Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio”, così conclude Shlomo Venezia la sua testimonianza consegnata nel libro “Sonderkommando Auschwitz. La verità sulle camere a gas. Una testimonianza unica” , pubblicata nel 2007 da Rizzoli. Il convegno è aperto a tutti, con prenotazione obbligatoria tramite e-mail all’indirizzo informazionieprenotazioni@gmail.com