Sculture messe all’asta per pagare i debiti del Fellini

L’artista Stefano Roselli le aveva donate all aeroporto nel 2011

L’artista riminese Stefano Roselli con una delle sue opere

L’artista riminese Stefano Roselli con una delle sue opere

Rimini, 9 luglio 2014 - Quanto vale un'opera d'arte? Quanto un armadio, un carrello portabagagli, una scrivania del 'Fellini'. Anche se l'opera è stata donata all'aeroporto dal suo autore, con un contratto che imponeva l'esposizione permanente delle sculture da lui realizzate per lo scalo. "Invece le mettono all'asta insieme alle altre attrezzature del 'Fellini' che saranno messe in vendita dal curatore per restituire parte dei soldi ai creditori".

Stefano Roselli, insegnante e artista riminese autore delle sculture 'sparite' dalla sala lounge dell'aeroporto, è pronto a mettere in mano la vicenda agli avvocati. Non accetta l'artista di vedere le sue tre sculture trattate "come banale arredo da ufficio o come gli impianti di servizio dell'aeroporto. E' inammissibile dal punto di vista culturale e morale". Tanto più, ricorda Roselli, che «le opere erano state donate, all'allora presidente di Aeradria Massimo Masini (sono state esposte a partire dal 2011), a una condizione precisa. Avevo solo chiesto che venissero esposte in maniera permanente, senza chiedere nulla in cambio, perché consideravo l'aeroporto una vetrina prestigiosa e importante per la mia arte». Altre opere simili di Roselli sono in mostra all'aeroporto 'Marconi' di Bologna, a Palazzo Montecitorio, a Palazzo Madama, nonché alla sede Rai di Bologna.

"Altre sculture si trovano all'aeroporto di San Pietroburgo, che è collegato a quello di Rimini, tant'è che alcuni dopo avere riconosciuto l'opera anche in Russia mi hanno fatto i complimenti - spiega ancora Roselli - Ma evidentemente qui a Rimini hanno pensato di poter trattare le mie sculture come qualsiasi altro oggetto". A dare all'artista la notizia "è stato lo stesso direttore dell'aeroporto. Quando ho chiesto spiegazioni sul perché le mie opere fossero sparite e ho preteso di parlare con il direttore, lui si è avvicinato e mi ha spiegato che le sculture sono state rimosse perché fanno parte degli oggetti che andranno all'asta con il bando". Il bando indetto dal curatore Renato Santini, che parte da 10 milioni di euro e servirà a vendere in blocco i beni, gli impianti e perfino il personale di Aeradria, per recuperare un po' di soldi per i creditori. "Ma questa storia non finisce: ora chi ha preso questa decisione se la vedrà con i miei avvocati".

Manuel Spadazzi