San Marino, 22 ottobre 2010 - La notizia non è arrivata a sorpresa. La Camera di Commercio già in estate aveva aperto uno sportello per illustrare agli operatori economici sammarinesi gli effetti del Decreto Incentivi (sarebbe dovuto entrare in opera il 1 luglio, poi rinviato più volte). Ora entra in operatività, sfumate le speranze di un ulteriore rinvio che solo Giulio Tremonti poteva decretare, come lo stesso Ministro dell’Economia italiano avrebbe potuto vanificare togliendo San Marino dalla black list.

Così non è stato e il primo comma dell’articolo 1 del Decreto Incentivi (“Disposizioni in materia di contrasto alle frodi fiscali e finanziarie internazionali e nazionali operate con i così detti ‘caroselli’ e ‘cartiere’) cala come una mannaia sul sistema San Marino.

Il comma fa riferimento a tutti quegli Stati aventi un regime fiscale privilegiato, elencati nei Decreti 4 maggio 1999 e 21 novembre 2001. San Marino, per sua sfortuna, compare all’articolo unico del Decreto 1999, quindi è nell’elenco dei paradisi fiscali da oltre dieci anni. Insomma, San Marino figura nella black list, insieme alla Svizzera. Ne sono usciti, invece, paesi come Lata, Cipro e la Corea del sud.

Le conseguenze (tra l’altro praticamente ignorate da tutti i governi che si sono succeduti nel corso degli anni) entreranno pesantemente in gioco dal prossimo 2 novembre.  Lo ha comunicato l’Agenzia delle Entrate con una sua nota in cui rammenta la data e chi è obbligato a sottostare a questa clausola ritenuta, dagli operatori economici sammarinesi, oltremodo nefasta per la propria attività. La circolare dell’Agenzia Entrate dettaglia gli obblighi cui dovranno sottostare gli operatori economici italiani (soggetti passivi Iva): dovranno comunicare, per via telematica. all’Agenzia Entrate i dettagli di tutte le operazioni effettuate con i colleghi di San Marino.