Rimini, 8 agosto 2011 - Investire? No grazie: i riminesi preferiscono tenere i loro risparmi negli istituti di credito.

Secondo i dati del Centro studi sintesi, pubblicati oggi da “Il sole 24 ore”, Rimini e’ la provincia in Italia dove piu’ e’ aumentato il deposito bancario medio: se il 31 luglio 2007, prima della crisi, un conto standard aveva un saldo di 25.630 euro, il 31 maggio 2001 questa cifra e’ salita fino a 32.445 euro. Un incremento quindi del 19,8%, al netto dell’Indice di rivalutazione monetaria dell’Istat secondo cui la crescita dei prezzi e’ stata del 6,8%; un incremento che permette a Rimini di guidare, davanti a L’aquila e Biella, le 33 province che presentano un trend positivo. Sono invece 65 le province italiane che hanno visto scendere il deposito bancario medio, per un saldo a livello nazionale appena crescente (+0,6%).

Tra le altre province dell’Emilia-Romagna, sesta regione in Italia con una crescita dei risparmi bancari del 2,2%, si caratterizzano come “formiche” anche Ferrara (quinta in classifica con un aumento dell’8,8% che ha portato i conti da 18187 a 21104 euro), e Parma al settimo posto, che ha visto crescere i propri depositi da 24452 a 27798 euro, con un incremento pari al 6,9%. Presentano un segno piu’ anche i conti correnti dei modenesi (+3,9%) e dei bolognesi (+2,9%), mentre sono in passivo i ravennati (-1,2%), i piacentini (-2,2%) e i forlivesi e i cesenati (-3,7). Reggio Emilia e’ addirittura la penultima provincia in Italia in quanto a crescita dei risparmi: i depositi sono calati mediamente dell’11,4, passando da 25.429 a 24.620 euro in quattro anni.

 

VITALI: "BOOM DIPENDE ANCHE DA EVASIONE FISCALE"

Non e’ tutto oro quel che luccica, specialmente quando si parla di conti in banca. A tenere alta l’attenzione e’ il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, che commentando i dati pubblicati questa mattina dal Centro studi sintesi, che vedono il territorio in cima alla classifica di crescita dei depositi bancari, parla di “un dato di lettura non facile”. Vitali e’ perplesso perche’ oltre al “consolidamento della lungimiranza delle famiglie locali nel gestire i risparmi” e al “grande dinamismo imprenditoriale della nostra realta’”, e’ naturale pensare che “con una percentuale cosi’ elevata di crescita nell’arco di neanche quattro anni i numeri siano stati influenzati dall’istituzione dello ‘scudo fiscale’ che ha permesso il ritorno in Italia dei capitali all’estero - spiega Vitali in una nota- e, incrociando questa ricerca con i dati scaturiti nei mesi scorsi da San Marino, probabilmente si coglie un aspetto critico di questa statistica, l’emergere di quel sommerso indubitabilmente legato all’evasione e all’elusione fiscale, piaga ancora oggi purtroppo ben viva”.

Questi ultimi numeri testimoniano “l’anomalia del territorio riminese, proprio l’altro ieri indicato tra i top nel paese per indebitamento pro capite - continua il presidente -, a supporto della tesi di un’economia che, per ragioni storiche e sociali piu’ volte ribadite ma non per questo giustificabili aprioristicamente e fatalisticamente, ha sofferto molto in passato e continua in parte a soffrire ancora oggi di deficit di linearita’”. Per Vitali pero’ il bicchiere nel dubbio e’ mezzo pieno: “Le indicazioni sul risparmio emerse ci rendono ancora piu’ fiduciosi - conclude - sulle capacita’ di risposta da parte del tessuto sociale della nostra provincia nell’agganciare l’auspicata ripresa”.