Caro energia: aria condizionata a pagamento negli hotel? Proposta bocciata

I vertici degli albergatori di Rimini chiedono però ai turisti di utlizzarla di meno: "Vanno ridotti gli sprechi"

Monica Pedrosi dell’hotel Petrarca e il suo socio mostrano la bolletta energetica

Monica Pedrosi dell’hotel Petrarca e il suo socio mostrano la bolletta energetica

Rimini, 28 agosto 2022 - Stangate da 33mila euro per l’energia elettrica a luglio: il triplo rispetto a un anno fa. Costo del gas raddoppiato. Servizi - lavanderia in primis - e spesa alimentare duplicata. Un film dell’orrore condiviso da tutti gli alberghi della riviera. Alcuni dei quali rischiano di far saltare i conti, c’è chi pensa se chiudere i battenti.

Bollette a Rimini, l'albergatrice: "Sconto a chi usa meno aria condizionata"

"Quantomeno potrebbe prospettarsi un taglio alle aperture straordinarie invernali per Capodanno, fiere e congressi – spiega la presidente Aia Patrizia Rinaldis – perché il gas per il riscaldamento d’inverno e l’energia elettrica per l’aria condizionata in estate sono le voci che incidono di più tra i rincari e sui bilanci, circa il 70%, insieme a quelle per il personale".

Per questo c’è chi pensa a ’soluzioni estreme’. Ad esempio, far pagare a parte l’aria condizionata, come si faceva una ventina d’anni fa, tempi pionieristici del raffreddamento artificiale. "Qualcuno forse lo sta già facendo tra le strutture meno qualificate che rischiano di andare fuori mercato, come alcuni alberghi a due stelle – osserva Rinaldis –, non certo i 3, 4 e 5 stelle. Capisco la reazione di getto a fronte di bollette insostenibili, ma non è una soluzione quella di far pagare l’aria a parte ai turisti".

Ma? "Servono soluzioni strutturali. Ad esempio sgravi per l’acquisto di sistemi elettronici di regolazione delle temperature, per l’installazione di sistemi domotici negli alberghi che razionalizzino i consumi. Per incentivare l’utilizzo del fotovoltaico. Vero che molti turisti lasciano l’aria condizionata accesa in camera tutto il giorno, magari con le finestre aperte. Oltre al buon senso, andrebbero installati dei sensori".

"Mi sembra antipatico far pagare l’aria a parte, a quel punto meglio aumentare il costo della stanza", commenta un albergatore. "Oggi io la includo, ma se continuano gli aumenti dovremmo pensarci seriamente", aggiunge un collega. "è un’idea, ci penserò", aggiunge un’albergatrice. "Quest’anno farla pagare a parte non sarebbe stata un’idea sbagliata", chiosa un gestore.

"Fino a 15-20 anni fa, quando i nostri alberghi hanno iniziato a installare l’aria condizionata nelle camere – sottolinea Antonio Carasso, presidente di Promozione alberghiera – quasi tutti la facevano pagare extra. Stesso discorso spesso valeva per chi voleva il bagno in camera, era spesso un optional e in questo la riviera si è rinnnovata completamente, o avere il telecomando per vedere la tivu in stanza. Addirittura un albergo, oltre a tutti questi servizi extra a pagamento, che si andavano ad aggiungere a un prezzo d’ingresso solo in apparenza molto contenuto, forniva a pagamento il tappo della vasca idromassaggio".

Forse lo chiamavano ’hotel niente compreso’. "Una cosa sensata da fare nell’immediato – continua Carasso – potrebbe essere sensiblizzare gli ospiti, fare moral suasion come si fa con gli avvisi in bagno che dicono di gettare la biancheria in terra se la si vuole sostituita. Cioè invitare a utilizzare l’aria condizionata con buon senso, a non lasciarla accesa tutto il giorno, a chiudere la finestra se si esce. Molti non lo fanno per ’cattiveria’, ma per superficialità. A volte entro in qualche stanza per manutenzione e sembra un frigorifero. Giusto sensibilizzare. Siamo tutti sulla stessa barca. L’energia costa troppo per buttarla dalla finestra".