Aumento 2023 per badanti e colf: salgono i costi in famiglia a Rimini

Salgono gli stipendi e le spese a carico dei datori di lavoro, ma c’è anche il rischio di lavoro nero

Colf e badanti: da gennaio sono aumentati gli stipendi

Colf e badanti: da gennaio sono aumentati gli stipendi

Rimini, 3 febbraio 2023 – Stipendi più alti per i lavoratori domestici. Per effetto dell’adeguamento retributivo dovuto all’inflazione galoppante, badanti e colf questo mese percepiranno uno stipendio accresciuto del 9,2 percento. La busta paga si gonfia anche nella voce degli importi per le “indennità vitto e alloggio”, che saranno più alte del 11,5 percento.

È uno scatto importante, attuato dal governo, dopo il mancato accordo con i sindacati. Altro inghippo: spiega Andrea Zini, presidente di Assindatcolf che il 52,3 percento dei lavoratori domestici è irregolare (dati Inps 2020). Dietro la piaga del lavoro nero, infatti, c’è una perdita spalmata fra agenzia dell’Entrate e Inps di circa 2,7 miliardi di euro l’anno. Un salasso statale. La beffa, oltre l’inganno, è che una famiglia con un lavoratore domestico in nero, secondo Assindatcolf, risparmia solo il 6-7%, ma in caso di vertenza sindacale ci perde ben il 30 percento.

La Regione Emilia-Romagna è la terza in Italia per numero di lavoratori domestici, sono circa 85mila. Al secondo posto troviamo Lazio (130mila) e Lombardia (184.806) che domina la classifica. Secondo i dati dell’osservatorio lavoratori domestici dell’Istituto di previdenza, poi, in provincia di Rimini al 2021 (ultimi dati disponibili) risultano circa 5mila e ottocento lavoratori domestici, divisi fra badanti, colf e baby sitter. Le analisi evidenziano, poi, un 70 percento di lavoratori stranieri, dato che in Emilia-Romagna scende a 10 punti percentuali del totale. Badanti e colf anche italiani quindi, non solo stranieri.

Portando il pallottoliere alle cifre reali e calcolando le situazioni irregolari di cui sopra, sarebbero circa 10mila i lavoratori e le lavoratrici domestiche della provincia di Rimini. Se tanto ci dà tanto, esistono altrettante famiglie che si trovano a fronteggiare l’aumento degli stipendi di coloro che si occupano del conforto riservato ai loro cari.

Secondo Andrea Zini di Assindatcolf, uno strumento idoneo per la lotta al lavoro sommerso potrebbe essere il "Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023-2025" proposto dal ministro del Lavoro Calderone a fine dell’anno scorso. Tecnicamente operativo, il piano prevede l’introduzione di un (ennesimo) bonus per disciplinare la materia relativa a colf e badanti.

Sembra, poi, che nel piano del governo sia prevista anche la reintroduzione dei famigerati voucher. Andrebbe considerata, inoltre, anche la deducibilità fiscale: "Un datore di lavoro può portare in deduzione solo una minima parte dei contributi versati per il lavoratore", spiega Andrea Zini dicendosi convinto che la "totale deducibilità" sia l’unica strada percorribile. Ma a quanto ammontano gli stipendi? Con l’aumento si arriva a 1.054 al mese per un lavoratore domestico in classe “C”, trattamento fine rapporto, indennità e tredicesima esclusi.