Rimini, il Bitcoin in hotel. Il conto si paga già in moneta virtuale

Tanti alberghi accettano la nuova e discussa valuta

Alessandro Zicola e la moglie Isabella Bugli, titolari dell’hotel Nuovo Giardino, a Rivazzurra. Nel loro albergo si paga il conto con i Bitcoin

Alessandro Zicola e la moglie Isabella Bugli, titolari dell’hotel Nuovo Giardino, a Rivazzurra. Nel loro albergo si paga il conto con i Bitcoin

Rimini, 14 dicembre 2017 - I Bitcoin, le criptovalute alternative a euro e dollari, che dopo rialzi record di settimane, hanno avuto un tonfo, sbarcano anche negli hotel della Riviera. Non molti per ora, ma il (discusso) fenomeno è in forte espansione anche nel mondo della vacanza. Tanto che - dopo una serata ‘preliminare’ l’altra settimana - è stato fissato dagli albergatori di Rimini un «incontro conoscitivo per il 21 gennaio all’hotel Sole Blu», dopo il Sigep. Per ‘diffondere il verbo’. «Noi accetteremo i bitcoin già per estate 2018», attaccano Alessandro Zicola e la moglie Isabella Bugli, titolari dell’hotel Nuovo Giardino, a Rivazzurra. Vantaggi? «Per noi albergatori ce ne sono tanti in termini di immagine – continuano gli albergatori – perché fai vedere, specie alla clientela straniera sempre avanti in queste cose, che sei all’avanguardia in fatto di tecnologie, valute e pagamenti. Di certo ne ricavi vantaggi dal punto di vista promozionale e di immagine; noi puntiamo anche a ricavarci una particolare nicchia di turisti appassionati».

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Quanto agli ospiti, «il possibile vantaggio – prosegue Simone Caparrotta, titolare degli hotel Nancy e Cimarosa a Riccione, che pure ha deciso di accettare pagamenti in criptovalute – sono legati a quanto le hanno pagate al momento dell’acquisto. Se un cliente dà una caparra del valore equivalente di mille euro, e il valore quando arriva per la vacanza si è abbassato, ci ha guadagnato. Se il valore è cresciuto, ci ha rimesso, ma ci ha guadagnato l’albergatore». Di una cosa Caparrota è certo: «I bitcoin non sono cosa da improvvisatori, occorre conoscenza e competenza per acquistarli e utilizzarli, è necessario leggere dati e statisiche. Sconsiglierei un collega, o qualsiasi altro imprenditore, di investire tutto in bitcoin o in altre criptovalute: c’è il rischio di bruciarsi il capitale di una vita».

Come dire, investite solo ciò che siete disposti a perdere. Al momento nel Riminese risultano ufficialmente meno di una ventina le attività economiche che accettano bitcoin (o ethereum o litecoin, altre monete elettroniche non emesse da banche centrali, il cui valore è stabilito solo dalla legge di domanda e offerta) tra albergatori, ristoratori, commercianti. «A livello internazionale – continua Zicola – le principali aziende li utilizzano, da Apple a Ibm a Intel Corporation. Nel nostro piccolo, quando ricevi un acconto, una caparra, un salto sai che sono soldi forse più sicuri del denaro corrente». Quanto alle commissioni? «Sono minime – continua Zicola – intorno al 2%, a livello di gran parte delle carte di credito, e sono fiscalmente esenti: come vendere o comprare una moneta. Cosa che non va giù a molti Governi che non possono gestire i flussi di denaro, di qui un crescente ostracismo. Credo che il boom non ci sarà l’estate prossima, dove le criptovalute credo registreranno comunque un forte aumento di diffusione, ma entro un paio d’anni».

Materialmente, come fa un cliente a pagare il conto? Previa una registrazione sul sito BitPay, e inserimento del proprio codice, comunica all’hotel il suo quer code, avvicina il suo palmare a quello del gestore, fa il passaggio, che viene autorizzato nel giro di 10-15 secondi. «Poi l’albergatore decide se tenerli o cambiarli in euro - sorride Zicola –. Come a suo tempo con le azioni Fiat».